Politica
10.05.2017 - 14:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
La piaga del bullismo che può portare pure al suicidio. Fonio, Bang e Polli, "e se proibissimo l'uso dei cellulari a scuola?"
Il fenomeno negli ultimi anni ha conosciuto un'evoluzione, "sui telefonini l'assedio si moltiplica per dieci, cento mille". I tre deputati lanciano così l'idea del divieto generalizzato nella scuola dell'obbligo
BELLINZONA – “Sui telefonini l’assedio si moltiplica per dieci, per cento, per mille. Chi è finito nel mirino ha l’impressione che non ci sia nulla da fare, che sia impossibile difendersi. Nasce un senso di solitudine e di impotenza. La vergogna spesso conduce al silenzio: non si osa parlarne ai genitori, ai docenti. Il ragazzino, l’adolescente, si deprime. Se la cosa si prolunga nel tempo, possono comparire idee suicidarie e in qualche caso la vicenda finisce in tragedia”. È un estratto di un’interrogazione presentata da Giorgio Fonio (PPD), Henrik Bang (PS) e Maristella Polli (PLR), che chiedono di proibire i cellulari a scuola, per arginare il fenomeno bullismo.
Tre partiti assieme per un tema trasversale, che non può lasciare indifferente nessuno. E il particolare, la sua evoluzione, dalle percosse fisiche agli attacchi via cellulare. “La problematica del bullismo non è sconosciuta alle nostre latitudini. Sempre più spesso vengono segnalati casi di giovani “bullizzati” dai propri coetanei che portano la vittima a vivere momenti di profondo sconforto. Se negli scorsi decenni la vittima veniva aggredita e il tutto si limitava (pur in maniera comunque deprecabile) al singolo evento, oggi la violenza viene amplificata anche attraverso la diffusioni di immagini e video tramite i numerosi mezzi tecnologici che ci vengono messi a disposizione. Si potrebbe definire un bullismo (tristemente) hi-tech!”, scrivono infatti i tre. “Una giovane vittima di bullismo che desidera cambiare scuola rischia oggi di non veder il suo problema superato dal momento in cui il suo passato da giovane vittima è già stato trasferito con un semplice click nelle chat di whatsapp di un’altra sede scolastica”.
Il bullismo porta a conseguenze agghiaccianti fra i giovani, come il suicidio. Casi rari e isolati? Secondo uno studio citato da tre deputati, viene detto che sono la seconda causa di mortalità fra i giovani compresi fra i 10 e i 24 anni, e anche se il fenomeno è più comune nelle persone più in là con gli anni, è l’evoluzione fra i giovanissimi a destare preoccupazione. Senza dimenticare i tentati suicidi, che sono venti volte maggiori a quelli riusciti. Una tematica che era emersa anche dal rapporto annuale di Telefono Amico, di cui il nostro portale si è ampiamente occupato.
Come proteggere i giovani ticinesi nelle scuole? Negli anni, diversi atti si sono susseguiti sul tema, e vengono ricordati quelli di Massimilano Robbiani e Orlando Del Don.
Un caso concreto è stato quello di foto di ragazze ticinesi fatte girare su whatsapp, nude o in costume, “con tanto di nomi, cognomi e volti riconoscibili delle dirette interessate. Il link era stato trasmesso tramite Whatsapp sui telefonini della Svizzera italiana rappresentando uno scandalo senza precedenti per la realtà locale. Una pagina virale in cui, “grazie” al sistema di DropBox, erano state raccolte centinaia di immagini hot di teenagers della regione. La direttrice del Centro cantonale di risorse didattiche e digitali aveva definito "sconvolgente” questo caso affermando che “questo episodio dimostra come la nostra società sia ancora immatura di fronte al boom della tecnologia". Ma la Magistratura non è arrivata a condanne, con “evidente sconforto delle vittime e delle famiglie delle persone coinvolte”.
Al di là del fenomeno, Fonio, Bang e Polli si chiedono come arginarlo, in particolare se proveniente da cellulari. E rivolge tre domande al Governo, tra cui una proposta:
"1. Quale è la situazione della scuola dell’obbligo ticinese per quanto concerne l’utilizzo dei telefoni cellulari?
2. Quanti sono i casi di giovani “bullizzati” utilizzando come strumento di scherno mezzi tecnologici?
3. Il Governo pensa che un divieto generalizzato dell’utilizzo dei cellulari all’interno della scuola dell’obbligo sia una via percorribile?
4. Vi sono dati sui suicidi tentati e i suicidi compiuti riconducibili al bullismo?”
Purtroppo, c’è sempre un fuori dalla scuola, dove proibire i cellulare diventerebbe impossibile, così come arginare il bullismo con imposizioni. Ma una misura di protezione all’interno della scuola potrebbe essere un punto di partenza: la discussione può partire.