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Cronaca
08.08.2017 - 11:110
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

La tragica conclusione. La Tresa restituisce il corpo di Franco Piero Biasca.

Il 63enne era sparito da un campeggio di Molinazzo di Lavertezzo. A fianco al punto in cui si è tuffato, sono stati trovati alcuni oggetti personali e il cane legato a un albero

LUINO - E alla fine, dopo tre giorni di ricerche, il fiume ha restituito il corpo senza vita di Franco Piero Biasca, il 63enne scomparso da Molinazzo di Lavertezzo, dove pare si trovasse in campeggio .

Non era stata esclusa la pista del gesto estremo, subito dopo la scomparsa, e la Polizia Cantonale aveva diramato un avviso di scomparsa, perché anche se appariva probabile che l'uomo fosse sparito nel fiume, non era sicuro. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato ieri  pomeriggio (07.08.2017) dai Vigili del Fuoco lungo il fiume Tresa in territorio italiano privo di vita, spiega la Polizia stessa, nel revocare l'avviso.

Stando alla Provincia di Varese,  il cadavere dello sfortunato è stato ritrovato nel bacino artificiale della diga di Creva sito nel comune di Luino.

Franco Piero Biasca, probabilmente, si era immerso per fare il bagno. Gli indizi da lui lasciato porterebbero verso questa direzione: sull'argine del fiume erano infatti posati i suoi sandali, assieme ai documenti e ad altri oggetti personali, riferisce il Corriere del Ticino. E anche il cane era legato a un albero lì vicino.

L'uomo, quando è stato rinvenuto, era a dorso nudo e indossava un paio di calzoncini, l'abbigliamento idoneo, dunque, per un bagno rinfrescante. Nessuna pista è ad ogni modo ancora esclusa.

I Vigili del fuoco, col loro reparto volo, ieri sono stati i primi a notare il corpo, che poi è stato raggiunto dalla polizia lacuale elvetica, dal SAF e dai sommozzatori che lo hanno recuperato con un gommone, prima di issarlo a riva e caricarlo su un carro funebre che era in attesa. La salma è stata trasportata all’istituto di medicina legale dell’ospedale di Circolo di Varese, clinica in cui dovrebbe svolgersi l’autopsia, per essere sicuri dei motivi della sua morte.
 
Foto da La Provincia di Varese
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