L'Associazione giuristi democratici: "Piaccia o non piaccia, i giudici sono anzitutto cittadini di questa nazione"
BELLINZONA – L’Associazione giuristi democratici Ticino condanna gravemente gli attacchi visti nelle ultime settimane in relazione alla fotografia che ritrae due giudici che si abbracciano in un locale pubblico. "Abbiamo assistito a tutto. Telefoni cellulari incandescenti per quanto la fotografia circolasse sulle chat di WhatsApp, in maniera a dir poco ossessiva e voyeuristica. Giornalisti che hanno indossato gli orridi panni di polizia dei costumi di ispirazione khomeinista. Peggio di tutti: il giornale personale del Consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri che – dimentico di aver giurato sulla costituzione e quindi sulle libertà fondamentali – suggerisce sibillinamente e forfettariamente che i crossdresser non pensino di poter diventare giudici. Infine, l’assordante ed incomprensibile silenzio di chi per anni ha lottato sulle questioni di genere", si legge in una nota stampa dell'Associazione.
E ancora: "A contrare la gogna si è letta e sentita sola voce di una ex parlamentare del MPS e le vittime del pubblico ludibrio, costrette, di fronte all’imbarazzante silenzio generale, a difendersi da sole reagendo all’orrido outing nazional-popolare. I cannoni di chi aveva palle e polvere da sparo per intervenire a favore di un deciso ritorno all’ordine non si sono sentiti. Non siamo in Iran: da noi vige la Costituzione. E la Costituzione garantisce a chiunque sia crossdresser di essere anche giudice, perché per essere giudici contano solo l’imparzialità, la competenza e l’equità. La Costituzione garantisce a qualsiasi giudice di andare in discoteca, perché per essere giudici contano solo l’imparzialità, la competenza e l’equità. Non c’è nemmeno un microbo di correttezza giuridica nel dire che un giudice non possa andare in discoteca, o non possa vestirsi come gli pare".
"I giudici sono anzitutto cittadini di questa nazione. La nostra, piaccia o non piaccia, è una nazione liberale. Anche se purtroppo sempre più voci vorrebbero che assomigliasse pericolosamente a una teocrazia. In Ticino stiamo assistendo a un’involuzione feroce del discorso pubblico, per cui le libertà costituzionali valgono a geometria variabile. Come AGDT condanniamo fermamente questa deriva e chiediamo a tutte e tutti, colleghe e colleghi in particolare, di tornare a pensare secondo i dettami dello Stato di diritto, che è la nostra cultura".