I giudici: “L’Autorità non ha verificato che i due candidati nominati fossero in possesso dei requisiti posti dal bando di concorso”
BELLINZONA - Quelle nomine vanno annullate. Il Tribunale amministrativo cantonale (Tram) ha accolto il ricorso di un docente che contestava la nomina in ‘job sharing’ di suoi due colleghi nella funzione di responsabili della Sezione dell’insegnamento medio superiore. Nomina che era anche finita al centro di un atto parlamentare del Movimento per il socialismo. Ora, come detto, i giudici si sono espressi accogliendo le tesi del ricorrente rappresentato dall’avvocato Gianluca Padlina. Ricorrente che si ritiene più qualificato e in possesso della pluriennale esperienza richiesta sia in ambito direzionale sia nell’insegnamento. Così, dopo il caso del licenziamento del professor Roberto Caruso, il Dipartimento della scuola si trova a gestire un altro grattacapo giudiziario.
“Nel caso concreto – scrivono i giudici del Tram - l’Autorità di nomina, dopo aver notificato la decisione impugnata, ha negato al ricorrente qualsiasi possibilità di consultare gli atti del concorso. Tale rifiuto, esteso a qualsiasi documento, è da ritenere ingiustificato. Se da un lato occorre senz’altro tutelare i dati personali dei candidati, è pur vero che nascondere qualsiasi informazione relativa alle persone nominate ostacola in maniera eccessiva i diritti di difesa dell’interessato (…). Si tratta infatti di elementi indispensabili a valutare il buon fondamento della decisione ed eventualmente l’opportunità di contestarla. Quand’anche si volesse riconoscere un interesse preponderante in capo (dei due nominati) a mantenere segreti i propri dati personali, il modo di agire dell’Autorità sarebbe comunque lesivo del principio della proporzionalità. Non risulta infatti che essa si sia premurata di interpellare gli interessati per chiedere il loro consenso a trasmettere le informazioni richieste, prima di negare in modo assoluto qualsiasi consultazione. Al di là del fatto che, come osserva l’insorgente, una persona che partecipa al concorso per un posto pubblico deve attendersi che la sua assunzione divenga resa nota, quantomeno ai candidati. Tanto più che, nel caso concreto, l’Autorità ha reso noto al pubblico i nomi e le qualifiche principali dei due nominati con una conferenza stampa, prima della scadenza del termine per interporre ricorso. Occorre quindi concludere che il diritto di essere sentito del ricorrente è stato violato anche sotto questo aspetto”.
Non solo: secondo il Tribunale, “la valutazione dell’Autorità di nomina è insostenibile nella misura in cui non ha verificato che i due candidati nominati fossero in possesso dei requisiti posti dal bando di concorso. Idoneità che deve essere dimostrata da entrambi singolarmente; l’inusuale nomina in job sharing non permette infatti di prescindere dal rispetto dei requisiti posti dal bando di concorso da parte di ognuna delle due persone nominate”.
Quindi, “già per questo motivo il ricorso va accolto, senza che occorra esaminare le ulteriori censure dell’insorgente. La decisione impugnata deve quindi essere annullata e gli atti rinviati al Governo per nuova decisione, previa verifica dell’idoneità (dei due docenti nominati) ad assumere la funzione di caposezione”.
Va anche osservato che, come scrivono i giudici del Tram, “i due candidati sarebbero stati esaminati congiuntamente, svolgendo assieme l'assessment. Prova da cui sarebbero in ogni caso emerse alcune criticità in relazione a entrambi i profili. Inoltre, nessuno dei due vanterebbe esperienza di gestione amministrativa e del personale, mentre le esperienze all’interno del mondo della scuola apparirebbero limitate”.