Chiasso Means Noise

Chiasso Means Noise, atto secondo: alla ricerca dei diversi significati del rumore 

Dal 27 al 29 marzo torna il festival di musica elettronica e sperimentale Chiasso Means Noise, con una line-up d’eccezione in grado di riunire alcuni dei nomi più interessanti della scena musicale contemporanea. La seconda edizione del festival sarà preceduta, domenica 23 marzo, da una performance musicale al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto.

Anche quest’anno, la città di Chiasso si trasformerà in un punto di ritrovo fondamentale per la musica di ricerca. La sperimentazione acustica ed elettronica sarà infatti il fulcro della seconda edizione di Chiasso Means Noise, che si svolgerà dal 27 al 29 marzo e che metterà in scena un ricco programma di concerti e attività performative. Il concetto di noise – di “rumore” – sfugge del resto a definizioni rigide e univoche: è una categoria in continua evoluzione, che si definisce piuttosto per lo scarto che riesce a operare rispetto al “già sentito” e all’orizzonte di attesa dell’ascoltatore. È il tentativo di rompere gli schemi, secondo una tradizione che risale alle avanguardie storiche e alla musica concreta. Ma è anche condivisione e comunità, un’esperienza collettiva che si nutre di contaminazioni e di nuove prospettive di ascolto.

Tra gli ospiti di questa edizione, spiccano nomi di grande rilievo, come il sassofonista jazz Tapiwa Svosve, vincitore del Premio svizzero della musica 2024, e la percussionista Valentina Magaletti, artista poliedrica nota tanto per i suoi numerosi e acclamati progetti musicali (Tomaga, Vanishing Twin, Moin, Holy Tongue), quanto per collaborazioni illustri con artisti del calibro di Nicolas Jaar, Thurston Moore (Sonic Youth) e Philip Selway (Radiohead). Accanto a loro, completa il programma una selezione di artiste e artisti capaci di ridefinire le possibilità della sperimentazione sonora.

Il festival sarà infine preceduto, domenica 23 marzo presso il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, dal concerto del trombettista Aquiles Navarro degli Irreversible Entanglements, uno dei gruppi più interessanti della nuova scena jazz statunitense, il quale entrerà in dialogo con il “giardino creolo” dell'artista e poetessa Ishita Chakraborty, un’installazione site specific che, accanto al celebre Spartaco dello scultore svizzero, invita a riflettere sul tema della libertà e della memoria coloniale.