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Cronaca
12.06.2024 - 17:160

"Non so come ho fatto a sopravvivere". "Se lui fosse imputabile, sarebbe accusato di tentato omicidio"

Oggi si è svolto alle Assiste criminali di Lugano il processo per una aggressione di un paziente ai danni di una infermiera avvenuta alla Clinica Sociopsichiatrica di Mendrisio in agosto. L'uomo ha cercato più volte di strangolarla. "Non mi ricordo"

MENDRISIO - Se fosse stato capace di intendere e di volere, sarebbe stato accusato di tentato omicidio. Oggi alle Assise criminali di Lugano si è parlato del caso dell'aggressione di un paziente della Clinica Sociopsichiatrica Cantonale di Mendrisio a una infermiera: l'uomo tentò di strangolarla, causandole diversi problemi di salute sia fisici che psicologici. Soffre di gravi turbe psichiche e non è dunque imputabile, per lui è stato predisposta una misura terapeutica stazionaria per il trattamento di turbe psichiche oltre a 15'000 franchi di risarcimento per torto morale.a

Al di là della singola vicenda, agghiacciante per i momenti di terrore vissuti dalla donna, quanto accaduto ha portato più di 100 infermieri a scrivere alla clinica per segnalare alcune problematiche nella sicurezza e nella gestione dei pazienti. "Quanto successo, viene evidenziato, mostra i limiti del nostro cantone per quanto riguarda il sistema socio-psichiatrico. La speranza della mia assistita è che la sua terribile esperienza lasci un segno in questo senso", ha detto in aula il legale della donna, Borradori.

L'infermiera ha affidato il suo traumatico ricordo a una missiva letta in aula, dove ha raccontato di essere a sua volta in cura da uno psichiatra per un disturbo post traumatico da stress, oltre che da un fisiatra e da un medico massillo-facciale per i danni riportati nell'aggressione del 9 agosto, che sinora non era mai stata resa nota.

Il 59enne colpevole ha spiegato di non ricordare nulla e di non sapere perchè ha agito in quel modo ("forse a causa dell'alcool, ero confuso per le tante pastiglie prese") e ha chiesto scusa, augurando alla malcapitata una pronta guarigione. L'ha dapprima gettata a terra, si è messo cavalcioni su di lei, ha cercato di strangolarla prima con la staffa del supporto a triangolo che viene utilizzato per alzarsi dai letti e poi con le mani, oltre ad averla colpita con un telefono, averle morso una mano e averla trascinata per i capelli. "Mi stava uccidendo. Non credevo di uscire viva da quella stanza e ho usato tutte le mie forze per farcela: ne sono uscita stanca, tumefatta e sporca di sangue. Ma viva", è un passaggio della drammatica lettera della vittima. "Questo processo non riguarda solo me, ma tutti i sanitari che potevano essere al mio posto. Ho visto la morte in faccia e non credevo di uscirne viva, ho lottato per la mia sopravvivenza e solo Dio sa come ci sia riuscita"

L'uomo era ricoverato dal giorno prima, quando era stato visto girare per le strade con un coltello a serramanico. Soffre, come ha stabilito la perizia psichiatrica, di un disturbo di personalità misto, impulsivo e narcisistico e disturbi psichici e comportamentali dovuti all'uso di alcol. Non è dunque ritenuto imputabile di quanto commesso. Il suo legale ha spiegato che nei giorni precedenti aveva cambiato medico psichiatra e che gli era stato detto di smettere completamente di assumere alcol, senza però avere un accompagnamento e una terapia sostitutiva. A suo dire, ci sono stati errori nella presa a carico, dove non solo non è stato considerato il rischio di danneggiare terzi ma anche quello di un eventuale gesto estremo. Per contro, l'avvocato della donna ha sottolineato come la presa a carico sarebbe dovuta essere di due sanitari per un paziente, non di una infermiera sola con lui.

Insomma, l'episodio apre a domande relative al funzionamento del settore socio-psichiatrico ticinese, a partire dalla sicurezza sino alle liste di attesa nelle strutture, anche di mesi (l'aggressore sarebbe dovuto curato per la dipendenza dall'alcool ma al momento non c'è posto nelle strutture adeguate). In aula erano presenti diversi medici e colleghi dell'infermiera, a testimonianza di quanto il tema sia sentito. 

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