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Cronaca
28.09.2024 - 12:160

Soccorsi tardivi e sicurezza insuffciente... Le molte domande sulla tragica morte di Muriel

Com'è possibile che nessun giudice, motociclista o volontario abbia visto la sua rovinosa caduta lungo una discesa ripida e a tratti pericolosa dove nei giorni scorsi c’erano già stati incidenti?

ZURIGO - La tragica morte di Muriel Furrer, 18 anni appena compiuti, sta suscitando molti interrogativi sulle misure di sicurezza e sulla gestione dei soccorsi ai campionati mondiali di ciclismo di Zurigo. Ci si chiede come sia stato possibile che in una competizione internazionale di questo livello la campionessa elvetica sia rimasta esanime per due ore in un boschetto della discesa di Küsnacht, alle porte di Zurigo. Senza che nessuno si sia accorto della sua assenza dal gruppo della corsa juniores. Senza che nessun giudice, motociclista o volontario abbia visto la sua rovinosa caduta lungo una discesa ripida e a tratti pericolosa dove nei giorni scorsi c’erano già stati incidenti.

Se qualcuno avesse dato tempestivamente l’allarme e se l’elisoccorso fosse giunto immediatamente e non due ore dopo, come confermerebbe un video pubblicato dal Blick, Muriel si sarebbe potuta salvare? Queste sono le domande…

Organizzatori e Unione Ciclistica Internazionale hanno detto ieri di non avere informazioni sulla dinamica dell’incidente - pare che la dociottenne fosse in coda ad altre due atlete che però non si sono accorte di nulla - ma hanno auspicato un’approfondita indagine sui soccorsi che di certo non sono stati tempestivi.

Altro problema, commenta oggi il Corriere della Sera, “il voler a tutti i costi raggruppare le gare giovanili con quelle professionistiche ai Mondiali: un conto è gestire una discesa ripida se ti chiami Van Der Poel o Pogacar (ma anche fuoriclasse come Vingegaard o Evenepoel hanno rischiato la vita per un errore in discesa) un conto farla affrontare a un diciottenne, specie sotto la pioggia come è accaduto giovedì e con un meccanismo di reti di protezione che verrà rinforzato soltanto da oggi. Per Muriel carriera e vita sono finite nel boschetto di Küsnacht a due passi dalla città dov’è cresciuta e ha studiato: le bandiere a mezz’asta dell’Uci non potranno mai consolare i suoi genitori”.

 

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