ROMA - Secondo il Vaticano, nella gestione delle accuse di abusi sessuali da parte della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), non vi sarebbero “prove di reati punibili, insabbiamento, negligenze o errori tali da richiedere l’avvio di un procedimento penale canonico”. Tuttavia, le procedure adottate non sarebbero state seguite in modo adeguato. Questa analisi è stata elaborata in seguito a un’indagine i cui risultati sono stati inviati a Roma all’inizio del 2024.
Il Dicastero vescovile di Roma “bacchetta” così i vescovi svizzeri per “irregolarità formali”, sottolineando l'importanza di una maggiore attenzione da parte dell'intero corpo episcopale elvetico nei confronti dei casi di abuso e riconoscendo comunque gli sforzi profusi dalla CVS nel trattare tali situazioni. Lo si apprende in un recente comunicato del Cardinale Robert Francis Prevost.
Dal canto suo, la Conferenza episcopale svizzera ha confermato che, sulla base delle indicazioni ricevute da Roma, non sono previsti procedimenti penali canonici nei confronti dei vescovi coinvolti.