ROCCARASO (L’AQUILA) - Caos sulla neve a Roccaraso, in Abruzzo. La località sciistica è stata presa d’assalto, domenica scorsa, da 10.000 napoletani, riversatisi in massa sulle piste in una gita “low cost” organizzata via social.
Una valanga di persone, su oltre 200 bus provenienti dal capoluogo campano e provincia, ha trasformato un tranquillo paese di montagna in una bolgia infernale; migliaia di gitanti in cerca di una giornata sulla neve, in un mix di entusiasmo, caos e polemiche che ancora infiammano i social.
Chi c’era racconta di discese spericolate su padelle di plastica, gente travolta sulle piste, ingorghi infiniti e persino barbecue improvvisati sulla neve. “Sembrava Pasquetta”, commenta un testimone, mentre i video dell’evento – caricati a raffica sulle piattaforme social – mostrano scene di affollamento, rifiuti lasciati sulla coltre bianca e un’organizzazione al collasso.
L’invasione è il risultato di pacchetti low cost, con viaggi in bus venduti a 20-30 euro, promossi da agenzie di viaggio e spinti da influencer molto seguiti, come Rita De Crescenzo. Per tanti, un’occasione imperdibile per godersi la neve senza spendere troppo. Per altri, una situazione insostenibile: il sindaco di Roccaraso ha parlato di oltre 250 bus e ha addirittura invocato l’intervento dell’esercito per gestire la folla.
Le immagini di Roccaraso sommersa dai turisti hanno generato un’ondata di reazioni contrastanti. C’è chi denuncia i disagi e chi, invece, si sente ingiustamente attaccato. “Ci insultano, ci chiamano zulù, ci augurano la morte”, racconta Angela, che domenica ha viaggiato con marito e figli. “Abbiamo portato ricchezza, ma ci trattano come vandali. Solo per aver pagato otto cioccolate 64 euro, abbiamo già dato il nostro contributo all’economia locale”. Tra entusiasmo, eccessi e indignazione, la gita sulla neve è diventata un caso nazionale, sollevando domande sul modello di turismo “mordi e fuggi” e sulle sue conseguenze per le località di villeggiatura.