POLITICA
Tutti sostengono Zali, ma «faccia i compiti»
La Commissione della gestione pare orientata verso l'approvazione del taglio dei 54 milioni chiesti dal ministro. Soldi che però dovranno essere trovati altrove
BELLINZONA - Qualcuno parlò di ricatto, ora sembrano tutti, o quasi, d'accordo. La Commissione della gestione approverà con ogni probabilità la riduzione di 54 milioni del credito quadro per il trasporto pubblico dotato di 226 milioni per il periodo 2016-2019 proposto dal Consigliere di Stato Claudio Zali: l'equivalente di quanto frutterebbe la tassa di collegamento nei suoi tre anni di prova.Alex Farinelli, capogruppo PLR e portavoce della Commissione, ha spiegato come non ci dovrebbe essere un messaggio di minoranza in merito. E specifica come quello di Zali non è un salvataggio in corner data la possibile bocciatura alle urne della tassa, oggetto del referendum dei record. «I due messaggi sono usciti contemporaneamente e il Consigliere di Stato non poteva sapere, il 4 novembre scorso, se il parlamento avrebbe approvato la tassa sui posteggi e con quali parametri». D'altro canto, Zali ha voluto essere chiaro, ha aggiunto Farinelli: «la manovra di rientro di 180 milioni ci impone sacrifici, con il balzello proposto si potrà continuare a sostenere il trasporto pubblico come previsto. Se manca la tassa, il credito complessivo si riduce e si vedrà il da farsi».Naturalmente d'accordo il partito del Ministro, la Lega. Secondo il capogruppo Daniele Caverzasio, in un periodo economicamente migliore si poteva optare anche per il credito originale, ma in questo periodo non è il caso.A sorpresa, ha detto sì anche la Destra, ma Gabriele Pinoja ha sottolineato che l'importante è «che non si venga a dire, come ha detto Zali, che lo si fa per far vedere ai ticinesi che i soldi non ci sono se non arriva la tassa di collegamento. Se i soldi della tassa non arriveranno lui comunque dovrà occuparsi dei trasporti pubblici, è il suo lavoro, ma stiamo scherzando, ricattiamo la gente? Se lui chiede meno vuol dire che può fare con meno». Anzi, se si sistemassero i mezzi pubblici con meno soldi, ben venga. Concorde ma critico anche il PPD, con Fiorenzo Dadò che ha voluto specificare come togliere quei 54 milioni non deve significare meno investimenti nei mezzi pubblici: piuttosto, i fondi vanno trovati altrove all'interno del Dipartimento del Territorio. «Questo taglio di 54 milioni non dev’essere il pretesto per non presentare, il prossimo aprile, misure di risparmio all’interno del DT. Tutti devono fare i propri compiti». IL PS per contro non ha ancora preso una decisione definitiva. Pare orientato al sì, ma prima vuol discuterne all'interno del gruppo. La capogruppo Pelin Kandemir Bordoli ha fatto sapere che si vuole capire con precisione che cosa cambierebbe, in termini di investimenti sui mezzi pubblici, se la tassa di collegamento verrà bocciata dalle urne. «La necessità di disporre di un trasporto pubblico efficiente è sentita e dunque serve ragionare sul come finanziarla se una voce cade. Vogliamo delle garanzie».Anche i Verdi dovrebbero essere d'accordo col taglio.
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