LUGANO - Si è da poco concluso l’ATP Challenger Città di Lugano, uno degli appuntamenti tennistici più prestigiosi in Svizzera, che ha visto sfidarsi alcune delle migliori promesse del circuito internazionale. Come ogni sport ad alta intensità, il tennis comporta rischi fisici, in particolare per l’apparato muscolo-scheletrico. Il dottor Franco Bidoglio, specialista di Ars Medica presso il Centro dello Sport di Manno, è medico ufficiale della manifestazione luganese insieme al collega dottor Marco Marano. Grazie all’esperienza di questi professionisti, il Centro dello Sport di Manno si conferma un punto di riferimento per la prevenzione e la cura degli infortuni nel tennis e nello sport d’élite. In questa intervista a Liberatv.ch, il dottor Bidoglio spiega quali sono gli infortuni più comuni tra i tennisti e come prevenirli.

Il tennis è uno sport molto diffuso, che richiede esplosività e resistenza. Quali sono gli infortuni più comuni tra i giocatori, sia amatoriali che professionisti?

Occorre distinguere tra due categorie di infortuni nel tennis: i traumatismi acuti e le problematiche da usura e sovraccarico. I primi sono causati dall’esplosività del gesto atletico - come lo scatto sotto rete o lo sprint laterale per recuperare la palla - e comprendono traumi distorsivi della caviglia e del ginocchio, lesioni muscolari e tendinee, in particolare al tendine d’Achille. Gli infortuni da sovraccarico, invece, colpiscono spesso l’arto superiore, con tendinopatie della cuffia dei rotatori e il noto gomito del tennista (epicondilite). Anche il polso è frequentemente soggetto a infiammazioni dovute alle sollecitazioni della racchetta.

Tra i giovani atleti (12-17 anni) che praticano tennis agonistico, predominano problematiche infiammatorie da sovraccarico, come tendiniti al ginocchio e al gomito, oltre a infiammazioni ossee che possono interessare le cartilagini di accrescimento.

Un’altra patologia diffusa è la lombalgia cronica, dovuta alla continua rotazione del bacino nel gesto atletico del tennis: se la muscolatura addominale non è adeguatamente allenata, lo sforzo si scarica sulla colonna vertebrale, aumentando il rischio di dolori lombari.

Il campo da gioco – terra rossa, erba o cemento – influisce sul tipo di stress fisico? Ci sono superfici più “pericolose” per le articolazioni?

Il tipo di campo incide notevolmente sull’impatto fisico dell’atleta. Le superfici dure, come il cemento, aumentano il rischio di infiammazioni tendinee e ossee, mentre la terra battuta, essendo più morbida, riduce gli impatti e protegge maggiormente tendini e articolazioni. Anche l’erba è una superficie che ammortizza meglio i colpi, ma il rischio di scivolamenti e distorsioni è maggiore. In generale, i campi più veloci come quelli in cemento aumentano l’esplosività del gioco e, di conseguenza, il rischio di infortuni muscolari e tendinei.

Quali strategie di prevenzione consiglia per ridurre il rischio di infortuni, soprattutto a chi gioca con frequenza? L’allenamento fuori dal campo ha un ruolo importante?

Una preparazione atletica adeguata è essenziale per prevenire gli infortuni, così come una buona capacità cardiorespiratoria e una struttura muscolare idonea. Anche la scelta dell’attrezzatura, come scarpe e racchetta, gioca un ruolo fondamentale nella protezione di tendini e articolazioni. Fuori dal campo, lavorare su forza, elasticità muscolare e stabilità del core aiuta a prevenire gli infortuni da sovraccarico e a migliorare la performance complessiva. Infine, la tecnica di gioco è un elemento chiave: conoscere e padroneggiare il gesto atletico consente di ridurre significativamente il rischio di traumi.