L'ex presidente del TPC penale intervistato dalla Domenica: "Da un problema tra segretarie si è arrivati a sconquassare l’intero Tribunale”
Mauro Ermani ha deciso di parlare per la prima volta dopo il caos al Tribunale penale sfociato nelle sue dimissioni e nella destituzione dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Lo ha fatto in un’intervista alla Domenica firmata dal giornalista Davide Ilarietti. Dice di aver passato le ultime settimane cercando l’isolamento e il riposo. In montagna.
Le dimissioni anticipate? Solo per motivi di salute: “È stata una decisione obbligata – afferma -. Ho tre bypass e ho subito di recente un ricovero: una recidiva per un altro problema”.
Ermani parla poi della politica e di “certa stampa: hanno messo le mani e i piedi sulla magistratura, violando il principio fondamentale della separazione dei poteri”.
Io come magistrato, prosegue, “non ho mai piegato la testa davanti alla politica. Per questo probabilmente sono stato oggetto di attacchi personali - non professionali, lo ribadisco - perché qualcuno aveva l’interesse a farmi fuori. Alla fine purtroppo la giustizia ne è uscita perdente”.
Affronta poi il punto centrale, quel presunto mobbing che ha provocato il caos: “I conflitti ci sono ovunque, in qualunque ufficio. In questo caso sono stati molto strumentalizzati. Da un problema tra segretarie si è arrivati a sconquassare l’intero Tribunale”. Mentre l’accusa di mobbing “è caduta. È stato dimostrato che non c’era assolutamente nulla, se non normali antipatie e invidie che andavano avanti da anni”.
E sulla foto dei falli di plastica da lui inviata alla segretaria su Whatsapp: “La destinataria conosce il contesto in cui l’ho inviata, e forse dovrebbe anche chiedermi scusa per quello che è successo. Era un gioco di parole legato a uno sketch (…). La persona che l’ha ricevuta non si è mai lamentata, anzi ha continuato per mesi a comunicare con me in privato e a dire a terzi che ero il capo migliore del mondo”.
In ogni caso, prosegue, “il danno alla magistratura non l’ho fatto io: semmai chi ha reso pubblica quell’immagine, decontestualizzandola per creare un caso”.
Sulla base di quella foto, i giudici Quadri e Verda Chiocchetti hanno segnalato un ipotetico reato di pornografia: “Quella denuncia è servita soltanto a farli destituire”.
Allora è una questione politica?, gli chiede il giornalista: “Sicuramente la politica c’entra e lo dimostra il modo in cui ha reagito e strumentalizzato per mesi la vicenda (…). Una parte dell’ostilità di certa politica nei miei confronti nasce probabilmente dal fatto che ho sempre voluto tenere lontana la politica, e le persone legate a lei legate, dal Tribunale”.