di Christian Fini*
Forse c’è chi fatica ad ammetterlo e può suonare strano sentirlo, ma in questi decenni l’autostrada ci ha diviso. Il collegamento che ci ha permesso di essere più veloci nei nostri spostamenti e più capillari, ha diviso il territorio ticinese e noi stessi.
Spesso ci dimentichiamo che i progetti globali andrebbero caratterizzati dalle particolarità locali di un territorio. Nel nostro caso però, nel corso degli anni ben poco è stato fatto. E così ci ritroviamo con una lingua di cemento lunga ben cento chilometri, altamente trafficata, che sferza il nostro Cantone, senza che nessuno nel corso degli ultimi decenni abbia mai pensato a misure concrete per il suo inserimento nell’ambiente circostante.
Sia chiaro, l’autostrada come altri assi viari è importante e non va demonizzata. Certo è che da Airolo a Chiasso diverse porzioni di territorio pregiato potrebbero essere riunite e restituite alla popolazione, al settore agricolo, allo svago, attraverso delle coperture parziali dell’A2. Progetti questi che a Nord della Alpi e nei paesi vicini come Germania, Olanda e Danimarca sono usuali da diversi anni, già in fase di progettazione, poiché sono proprio le Amministrazioni a richiedere un inserimento sostenibile delle infrastrutture stradali.
Interventi di questo tipo permetterebbero di ridare maggiore qualità di vita alla popolazione ticinese, nuove aree di svago, ma anche un nuovo concetto e visione di territorio. Poiché credo e auspico che il nostro Cantone, non può essere unicamente contraddistinto da un lungo serpente di fari che da mattina a sera lo sferzano.
Ricordiamoci che, sono sempre di più le persone che in Ticino decidono di mettere radici in aree caratterizzate da una maggiore qualità di vita, e che investimenti e realizzazioni di questa portata, potrebbero essere un vero e proprio motore per l’economia e il settore delle costruzioni ticinesi, in un periodo contraddistinto dalla pandemia e dal recente conflitto bellico.
Quindi che fare? Di progetti per la valorizzazione del territorio in Ticino ne abbiamo sentito parlare spesso, anche con parole e slogan roboanti, con l’intento di parlare alla pancia delle persone. Si stipulano lettere d’intenti, convenzioni, e poi? Per la più parte delle volte rimangono impolverati nei cassetti di non meglio precisati uffici federali, perché prima di tutto manca la determinazione e la volontà politica.
È arrivato il momento di cambiare questa modalità. Non possiamo farci superare dagli eventi né tantomeno esserne in balia. Dobbiamo avere una visione lungimirante, dare un’impronta a questo Cantone e impegnarci sin d’ora per un futuro sostenibile e per una maggiore qualità di vita per noi stessi e per chi verrà dopo di noi. Quanto sarebbe bello poter chiudere gli occhi vicino all’autostrada nel Basso Mendrisiotto, nella valle del Vedeggio, in Riviera, o in Alta Leventina, e riaprendoli poter vedere al posto di un serpente di fari, un’area di svago dove fare sport o passeggiare. Tutto ciò non è utopico ma fattibile, ci vuole volontà, serietà e determinazione. Partiamo da qui!
*Presidente PLR Gravesano e candidato al Gran Consiglio