BELLINZONA – Dopo una ventina d’anni Filippo Lombardi perde il suo seggio agli Stati, per una rimonta clamorosa di Marina Carobbio.
A caldo, l’ormai ex senatore è convinto che ci sia stata “una certa punizione per il ticket che non ha funzionato come doveva al Nazionale e nemmeno qui, si vede dai risultati (riferendosi ovviamente alla coalizione PPD-PLR). Un numero troppo elevato di schede miste non sono state depositate, e ciò ha fatto perdere molti voti a me e Giovanni Merlini”.
Risponde anche all’UDC che gli ha sempre dato dell’europeista, contrapponendolo a Chiesa. “Da anni dicono che io sono europeista ma non è così, ho sempre cercato soluzioni che tenessero conto della posizione particolare della Svizzera e del Ticino. Durante la campagna elettorale si possono fare degli attacchi, ne ho avuto anche peggiori, fa parte del gioco. Il mio stile non mi ha mai portato a attaccare candidati e partiti, semmai a sottolineare le differenze, questo non premia come un tempo”.
L’onda Verde ha avuto la sua importanza, oltre “al fatto di molti di volere una donna, questo ha giocato a favore di Carobbio. Ma ci sono anche fattori interni nostri, una reazione a mio avviso non logica, anche se la politica non è sempre del tutto razionale, al tentativo dei due partiti di centro di dare un’impronta di collaborazione per i problemi del Ticino. Mi auguro prevalga il buonsenso e sia mantenuta, nonostante il risultato”.
Cosa farà ora? “Fino al 2 dicembre ancora devo adempiere alle mie funzioni. Poi magari scriverò un libro di memorie. E ho due-tre cosette da fare”, riferendosi ovviamente alla vita extra politica.
Fiorenzo Dadò ha detto che non pensa minimamente a dimettersi, che i mal di pancia in casa PPD per la coalizione non ci sono stati come per i liberali e che si sapeva che la corsa era difficile.