LOCARNO – “Tutti noi avremmo potuto raccontare una Città Vecchia diversa, ma è innegabile che le situazioni proposte esistono e dispiace per chi si è sentito escluso o non rappresentato. Il dibattito che si è acceso attorno a questo documentario ha probabilmente contribuito a far emergere tutto l’amore che c’è e tutta la volontà di difendere questo magnifico luogo”. A parlare, al Corriere del Ticino, è Micheal Beltrami, produttore di Storie, la trasmissione della RSI in cui è andato in onda il tanto discusso documentario sulla Città Vecchia di Locarno.
A prendere posizione sono stati numerosi politici, quasi tutti sottolineando la cupezza del filmato, rammaricandosi che non siano state mostrate molte altre situazioni di persone che operano e organizzano eventi nella parte più vecchia di Locarno, nonostante le difficoltà esistenti. “Questo documentario non poteva certo essere un video promozionale oppure proporre esclusivamente una serie di interviste ai commercianti. Dispiace che del documentario si siano voluti cogliere solo gli aspetti critici, con le partenze di alcuni protagonisti, le reali difficoltà di alcuni commercianti attivi da decenni (ci sono anche loro), e non si sia voluto invece leggerlo anche come una sorta di atto d’amore verso un quartiere che ci sta a cuore”, si rammarica Beltrami.
Il documentario, ha voluto precisare, non è un servizio giornalistico, per cui il taglio è decisamente diverso, si tratta di “sguardi” su una realtà. E l’autore Paolo Vandoni “ ha raccontato la “sua” Città Vecchia, da locarnese e frequentatore di questo luogo”: non per forza una visione informativa e oggettiva bensì soggettiva.