Sport
06.04.2016 - 18:100
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
«Vincerà chi sarà più forte mentalmente. Il pubblico è il settimo uomo sul ghiaccio»
Habisreutinger archivia la sconfitta di ieri: «non cerchiamo alibi nell'arbitraggio. Meno entusiasmo? Guardate la fila per i biglietti per gara 5, arriva in strada... »
LUGANO - Subito sul ghiaccio, per dimenticare alla svelta la sconfitta di ieri da parte di un Berna che ha meritato e ha rimesso in parità la serie. Cosa conta di più in questi casi, la tecnica o la testa? E il Lugano come vive la passione e la pressione della città? Ne abbiamo parlato col direttore sportivo Roland Habisreutinger.
Dopo qualche ora, come commentiamo la sconfitta di ieri?«Il Berna ha fatto di più rispetto a noi ieri e per questo ha vinto. Noi abbiamo avuto un po' di sfortuna, potevamo "rubare" la partita, ma loro sono stati migliori e hanno conquistato il successo».
Non crede che questo stop possa diminuire un po' il grande entusiasmo che si p creato attorno a questa finale? In città non si parla d'altro...«No, come noi siamo stati migliori nella prima gara loro lo sono stati ieri, fa parte di una serie di play off e non penso che questo diminuisce l'euforia che c'è in città e attorno al club, lo vedo soprattutto osservando la fila di persone che vogliono comprare il biglietto per gara 5, che arriva sino in strada: no, non è diminuito!»
Avvertite sulle spalle il peso di un Ticino intero che si attende molto da voi?Sentiamo l'euforia che abbiamo potuto creare ed è bello. Viviamo 340 giorni per avere questo peso dunque è positivo, non lo prendiamo come un peso ma come una motivazione».
Quanto puntate sul fattore casalingo? Vincendo sempre alla Resega, sareste campioni.«È un lungo viaggio, noi vogliamo prendere partita per partita senza parlare di vantaggi a lungo termine, con un po' di fortuna potevamo vincere anche ieri. Decidono i dettagli, sabato sono stati a nostro vantaggio, ieri hanno favorito loro, ora andiamo avanti senza pensare a cosa porta vantaggi. È qualcosa di mentale di cui i giornalisti amano parlare, per noi non è importante».
Per vincere il titolo, conta di più la parte mentale o quella tecnica?«Penso che queste partite si decidono nella testa, ogni squadra cerca di impegnarsi nei confronti dell'altra soprattutto dal punto di vista mentale. Chi sarà più stabile mentalmente vincerà la finale. Conteranno la disciplina e la forza mentale».
Tornando a ieri, Merzlikins è stato la vostra arma in più, concorda?Sì, Elvis ha fatto durante tutti i play off delle grandi partite, ieri è stato straordinario. Ci serve, così come servono gli altri per portare qualcosa in più alla squadra».
Avete puntato soprattutto sulle ripartenze, era voluto giocando fuori casa o l'inerzia della partita vi ha costretti?«Il Berna, in casa sua, ha fatto vedere un gioco molto diverso rispetto a quella della partita a Lugano. Da noi, hanno cercato inizialmente di difendersi e per noi si sono creati più spazi, ieri invece loro hanno deciso di attaccare sin dall'inizio a duecento all'ora e ci siamo dovuti adattare. I nostri avversari hanno attaccato e basta, senza lasciarci spazi, però, ripeto, con un po' di fortuna potevamo girarla. Loro hanno impostato la gara come abbiamo fatto noi a casa nostra, il proprio pubblico conta, è come avere il settimo uomo sul ghiaccio».
Domani alla Resega sarete presumibilmente voi a partire a mille, giusto?«Vedremo, venite alla partita e lasciatevi sorprendere (ride, ndr). Gli allenatori sono da stamattina presto in spogliatoio per preparare la partita, ci vuole da parte loro un grosso impegno per analizzare ogni dettaglio, sia per i nostri che per quelli del Berna».
Passando all'arbitraggio, quanto pesa la penalità di soli 2' data a Gerber?«Siamo onesti: chiaramente la penalità poteva essere diversa, ma prima non siamo riusciti a fare gol. Non dobbiamo piangere perché abbiamo potuto giocare solo 2' in superiorità numerica e non 4', abbiamo avuto altre chance e 55' altri minuti per segnare e non siamo riusciti. Domani inizia un'altra partita, siamo concentrati su quella anziché sul cercare alibi e scusanti».
Il fatto che si sia parlato della clausola che permetterebbe a Pettersson di liberarsi, nonostante un contratto firmato, per la KHL, vi disturba?«Nessuno si interessa di queste questioni. Noi tutti dobbiamo essere capaci di mettere le nostre intere energie sulla finale, il resto è gestito da persone che non sono comunque sul ghiaccio».