Sport
24.05.2016 - 16:060
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Petkovic, «contano attitudine e mentalità, non il passaporto dei genitori»
Il tecnico invita a non caricare troppo la partita con l'Albania, e spiega che non si può giocare con la difesa a tre. Ieri i bambini in campo coi giocatori, oggi pomeriggio allenamento a porte chiuse
LUGANO - Ieri un bagno di folla ha salutato il primo allenamento a porte aperte della Svizzera durante il suo ritiro luganese. Diversi bambini hanno avuto il privilegio di poter svolgere una mezz'oretta di esercizi con i propri idoli, sotto lo sguardo orgoglioso dei genitori a bordo campo.
Purtroppo, c'è da registrare già un forfait, quello di Renato Steffen, vittima di uno strappo muscolare. Questa mattina, anche Breel Embolo, uno dei giocatori su cui Petkovic punta maggiormente, è rimasto in palestra. Lui nella conferenza stampa del dopo allenamento si è detto positivo, anche se si dovrà valutare coi medici. Dal canto suo, Admir Mehmedi ha minimizzato i deludenti risultati delle ultime amichevoli, spiegando come ciascuno aveva problemi, e ricordando che anche prima del Mondiale le partite di preparazione non avevano entusiasmato.
Vladimir Petkovic, intervistato da La Regione, dà ragione al suo giocatore, aggiungendo come diversi giocatori stavano vivendo delle difficoltà a livello di club ed abbiano portato con loro lo stato d'animo negativo anche in rossocrociato. La testa è sempre stata rivolta però agli Europei, dove «tutto deve ruotare attorno alla squadra, al gruppo. L’accettanza l’uno dell’altro ha un’enorme importanza. A ciascuno deve essere ben chiaro che la Svizzera è una sola, è compatta. Senza se e senza ma. È bene che ognuno la consideri tale» è categorico il ct. «Vi è la possibilità di mostrare ciò di cui si è capaci a un’utenza competente, di tenere fede alle attese. Vi è la possibilità di dimostrare di che pasta si è fatti. L’Euro fornisce la ghiotta opportunità di mettersi in evidenza. La nostra squadra, piuttosto giovane, può esibire il proprio biglietto da visita. Può rimandare al mittente le critiche degli ultimi tempi. Può mostrare agli allenatori delle squadre di club che hanno sbagliato a non puntare sui calciatori svizzeri. L’Europeo è lo specchio delle nostre qualità».
L'inno? Non è importante, in altri sport non viene cantato, e riguardo il diverso modo di percepire qualche critica dal pubblico da parte dei giocatori di origine straniera, commenta che «siamo umani, ciascuno di noi ha una propria sensibilità, diversa l’una dall’altra. In alcuni è più marcata, e certe accuse le patiscono. Nella nostra squadra tutti si prodigano per il successo, ciascuno a modo suo. Qualcuno è più umorale, altri reagiscono con rabbia ai risultati negativi. Una cosa unisce però tutti i giocatori: l’attitudine e la mentalità. Sono questi gli aspetti salienti. Non il passaporto dei genitori».
Per il tecnico, focalizzare le energie sul debutto con l'Albania sarebbe sbagliato, e su questa sfida i toni vanno abbassati, sostiene affermando che «a giocatori come Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri si cerca sempre di carpire dichiarazioni roboanti in tal senso».
Punta molto su Xhaka (nella foto tratta dal suo profilo Instagram, assieme a Rodriguez), che dovrà dare gli impulsi alla squadra, e crede che una delle qualità migliori della sua squadra sia «la capacità di non perdere i nervi sotto pressione. Quando la posta si fa pesante, rispondiamo presente». Parlando di tattica, non ha i giocatori per giocare con la difesa a tre, che verrà usata solo in momenti di necessità.
L'allenamento di oggi pomeriggio sarà a porte chiuse.