Sport
26.05.2016 - 14:370
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Donis, «Renzetti e Zeman importanti. In spogliatoio ci siamo detti che...»
L'attaccante greco rivive la serata di ieri. «Era fondamentale segnare subito. Ora stiamo meglio dello Zurigo per la Coppa». E racconta il momento decisivo, mentre nel futuro...
LUGANO - Cornaredo si è risvegliata ancora in Super League. Abbiamo raccolto le sensazioni del giorno dopo di Anastasios Donis, un gol, un assist e un rigore procurato ieri, che ci svela quale è stato il momento secondo lui decisivo della stagione e che cosa si sono detti in spogliatoio prima della partita.
Cosa state provando?«Siamo contenti, sapevamo che era difficile rimanere in Super League. Secondo me meritiamo la salvezza, non era facile, siamo arrivati fino all'ultima partita per conoscere il nostro destino, ma siamo felici perché abbiamo fatto una grande partita. Io? Ho fatto il mio, tutti siamo stati importanti, abbiamo dato il massimo e abbiamo giocato bene. Sono un attaccante, è normale che faccio gol e assist, siamo stati tutti fondamentali ieri».
Prima della partita in spogliatoio vi siete detti qualcosa di particolare?«Abbiamo parlato tutti insieme, anche col team manager. Ci siamo detti che i giocatori che erano qui lo scorso anno hanno sudato per salire in Super League, io che sono arrivato quest'anno ho sentito l'importanza di mantenere la categoria. Abbiamo sottolineato che era una partita in cui dovevamo giocare tranquilli, perché entrando in campo con la paura era normale che le cose non andassero bene. Siamo contenti di aver vinto 3-0 e di essere rimasti in Super League».
La chiave della partita di ieri sono stati i gol segnati subito, sei d'accordo?Era molto importante fare un gol subito e finire il primo tempo in vantaggio di una o due reti. Dopo un quarto d'ora eravamo sul 2-0 e ci siamo sentiti più tranquilli, ci siamo rilassati, e nel secondo tempo è arrivato anche il terzo gol che ci ha dato sicurezza».
Adesso c'è la Coppa con lo Zurigo. Ve lo aspettavate retrocesso? Al Letzigrund si sono viste brutte scene, al contrario della festa a Cornaredo.«Va in Challenge League dopo 26 anni, è una sorpresa perché è una delle squadre più importanti della Svizzera: quando sono arrivato, non conoscevo tutte le avversarie ma loro sì. Non sarà una partita facile perché loro vogliono salvare la stagione con la Coppa, è la loro ultima occasione per vincere qualcosa quest'anno. Noi stiamo meglio, dopo la grande vittoria stiamo meglio moralmente e se giochiamo come col San Gallo possiamo vincere anche domenica. È normale che i loro tifosi siano arrabbiati dopo una stagione andata male, per noi non cambia niente, i nostri supporters sono felici per la salvezza e ci seguiranno, penso quasi 10mila. In tutti i paesi succedono episodi come quelli di ieri, non sono d'accordo con essi ma quando un tifosi ama la sua squadra a volte fa queste cose. Il calcio non deve essere così, serve rispetto per tutti e andare allo stadio deve essere una festa, sia che si perde che se si vince. Ieri è stata la prima volta in cui sono venuti così tanti tifosi, ci hanno aiutato tanto, anche due o tre ore prima della partita, avevamo bisogno di loro».
Quanto sono stati importanti per voi Renzetti e Zeman?«Il presidente è un uomo che si intende molto di calcio. Noi abbiamo un normale rapporto fra presidente e allenatore, ma lui è importante, ama molto Lugano e ciò conta. L'abbiamo visto molto felice ieri, quando andavamo male era molto triste ma è sempre stato lì con noi, ci ha aiutato, per una formazione come noi è basilare una persona così. Zeman difficilmente fa complimenti, ma lo abbiamo visto contento. Parlerà oggi prima di allenamento. È un allenatore che ha lavorato in tante squadre ed ha una filosofia da molti anni, è stato importante perché se giochiamo e attacchiamo così bene è grazie al suo gioco. Sono undici mesi che proviamo queste cose, è merito anche suo se siamo rimasti in Super League e se siamo in finale».
C'è stato un momento in cui non ci credevate più?«Non credo, abbiamo sempre creduto di potercela fare. Non ricordo momenti del genere, forse dopo quelle partite in cui abbiamo subito molti gol, ma poi abbiamo fatto bene. Siamo stati anche fortunati quando Salvi ha parato il rigore a Vaduz, se non ci riusciva oggi forse eravamo in Challenge League. Il momento decisivo? Probabilmente quello, sono successe anche altre cose che hanno deciso tutto, ma nel Liechtestein è stata molto importante quella parata, se avessimo perso sono sicuro che, per come è andata, saremmo retrocessi».
Si sta concludendo la tua prima stagione in Svizzera, vorresti rimanere a Lugano?«È un calcio che mi si addice, le difese sono aperte e posso trovare spazi. Nei primi sei mesi non ho giocato molto poi sono stato titolare per gli altri sei e sono contento della mia stagione. Per il futuro non so, ho due anni ancora di contratto con la Juventus e dipenderà anche da che cosa vorranno fare loro. Mi piacerebbe rimanere qui dato che siamo rimasti in Super League e che se vinciamo la Coppa andiamo in Europa League, competizione molto importante per un giovane come me».