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22.07.2016 - 20:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Quando Zeman ha detto no mi sono sentito sollevato. Confidiamo in Mizrachi»

Il presidente Angelo Renzetti parla a ruota libera del nuovo Lugano. «La coppia Sulmoni-Golemic il nostro fiore all'occhiello, con Bottani condizioni chiare»

LUGANO - Si ricomincia: per il Lugano parte la seconda stagione di Super League, con una squadra rinnovata e Manzo alla guida. Abbiamo tracciato un bilancio dell'estate col presidente Angelo Renzetti.Quali sono le sue sensazioni? Ha parlato di un Lugano più forte di quello dell'anno scorso. «Sulla carta, poi è sempre il campo a dare le risposte. Difensivamente siamo più solidi, la difesa è importante e la solidità è data non solo dallo spessore tecnico ma anche da quello mentale. Confido molto in questo».Il resto dell'organico come va? Cosa serve ancora?«È una rosa un po' corta, dobbiamo completarla e lo faremo prossimamente, il mercato finisce alla fine di agosto ed è sempre difficile perché bisogna centellinare entrate e uscite. Gli 11, anche 12 o 13 ci sono e vanno bene, ma il numero di giocatori a disposizione va aumentato, in difesa e in attacco». L'attacco senza Donis è più debole rispetto a quello della scorsa stagione?«Più debole non direi, ma non ha cambi e ci sono delle incognite».L'estate come è andata, a livello di trattative? È stata più semplice rispetto a quella che ha seguito la promozione oppure no?«È stata un po' più facile perché prima c'era molta apprensione per dover fare qualcosa di nuovo in una categoria nuova, adesso c'è più consapevolezza in tutti gli aspetti in cui abbiamo agito. I giocatori hanno trovato Lugano più attrattiva, basti pensare che siamo riusciti a riconfermare tra gli altri Alioski e Sabbatini, Russo è tornato, vuol dire che qualcosa abbiamo fatto».Il vostro acquisto più importante è stato forse il ritorno di Sulmoni, concorda?«La coppia della difesa Golemic-Sulmoni sarà il nostro fiore all'occhiello. Fulvio ha capacità tecniche, morali e possiamo affidarci a lui, è ticinese e tiene molto al Lugano: abbiamo fatto un affare, sia noi che lui». Anche in questo pre-campionato non sono mancate polemiche, da Tosetti a Bottani.«La situazione è chiara, Tosetti non volevamo cederlo ma lui ha preteso di avere più spazio, ha avuto l'occasione ed è andato a Thun. Bottani ha chiuso l'anno male, abbiamo visto cosa ha fatto in finale di Coppa e questo gli ha lasciato un po' di nervosismo. Oltretutto ha un contratto importante con la società, lungo (quattro anni, ndr) e dunque è una responsabilità, se non regge queste tensioni possono uscire un po' di malumori che fanno parte del calcio e dello sport. Noi siamo sereni e così vogliamo affrontare il campionato. Con Bottani siamo stati chiari: se arriva un'offerta congrua che va bene sia a lui che a noi parte, sennò ha un contratto di quattro anni, e le condizioni erano chiare già al momento della firma».Cosa può dire di Manzo? Cosa sta dando di diverso rispetto a Zeman, al di là del gioco?«Voglio esprimermi più in là. Con Zeman l'ho fatto perché aveva una carriera alle spalle e sapevamo chi andavamo a prendere, con Manzo questo non c'è, sappiamo che è ben visto da tutti, per il resto bisogna vedere il campo».Con Zeman ci sono stati diversi giocatori che hanno avuto problemi, con Manzo sarà più facile per loro?«Non bisogna mai guardare solo un pezzo del tavolo per avere una panoramica delle cose, non parlare solo di un giocatore o un allenatore ma del quadro generale, composto da tifoseria, ambiente, campionato, rosa completa. Il fiore è il risultato. Tenendo in considerazione solo un pezzo porta a fraintendimenti, e penso che ora siamo messi in modo più che discreto, aspettiamo il fiore dei risultati e saremo contenti».Col senno di poi, prenderebbe ancora Zeman come allenatore?«Bisognava che lui accettasse in partenza, se avesse detto sì avrei proseguito probabilmente con lui ma onestamente mi sono sentito un po' liberato. Manzo più adatto al campionato svizzero? Non oserei dirlo, Zeman ora ha fatto la sua esperienza e poteva correggere qualcosa, di Manzo non sappiamo ancora sul campo cosa può dare».C'è un giocatore che il pubblico non conosce su cui puntate e che potrà essere una sorpresa?«Confidiamo molto nel centravanti israeliano Mizrachi, pur sapendo che viene da un'altra cultura e un'altra realtà ed ha dunque bisogno di un periodo di adattamento, come accaduto con altri giocatori. A qualcuno è servita addirittura una stagione. Lui le caratteristiche tecniche e morali le ha, aspettiamo che si adatti al nostro gioco e lo scopriremo meglio».
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