Sport
22.10.2016 - 23:380
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Il Langnau scappa, il Lugano lo rincorre e lo sorpassa. Ambrì, buona la... sesta
I bianconeri vanno sotto tre volte, rimontano sempre e poi nel terzo tempo piazzano l'allungo decisivo. I biancoblu ribaltano il punteggio e vincono nonostante tante occasioni sprecate
LANGNAU/AMBRÌ - Finalmente un sabato sera da bottino pieno per le due ticinesi della NLA, col Lugano che in una pirotecnica partita batte 4-3 il Langnau, mentre torna alla vittoria l'Ambrì contro il Bienne (2-1).
Da subito, a Langnau si sono visti gol e difese allegre. I primi ad andare in vantaggio sono stati gli ospiti con Kuonen al 5', raggiunti al 10' da Bürgler. Al 12' DiDomenico ha riportato avanti i suoi, ma la fuga è durata poco, perché ancora Bürgler ha pareggiato. Albrecht ha di nuovo battuto il portiere luganese, per il 3-2, e si era appena al quarto d'ora! Sino al secondo tempo, non si sono più viste reti, quando a segnare è stato il Lugano, con Gardner al 24' e con Lapierre al 30'. Per la prima volta, dunque, ticinesi avanti, ed è stata la fuga decisiva. Sebbene il Langnau abbia provato a pareggiare, il fortino bianconero ha tenuto ed anzi al 45' Klasen ha insaccato per la quinta volta.
Dopo cinque sconfitte consecutive (come i suoi avversari), l'Ambrì era chiamato a tornare a vincere. Consapevoli di ciò sono scesi sul ghiaccio con grande verve, mostrando un assalto iniziale infruttuoso ed anzi subendo poi il gol ospite al 7' con Rajala. Una mazzata per i biancoblu, che con un po' di fortuna e contro l'andamento del gioco hanno però pareggiato al 10' con Pesonen. La sorte ha continuato a assistere i ragazzi di Kossmann, dato che Pedretti ha colpito un clamoroso palo. Nel secondo tempo, di nuovo l'Ambrì è partito forte, andando in rete al 4' con Gautschi, e vicini all'allungo in svariate occasioni, sprecandole però. Dopo un'altra chance con Stücki a inizio terzo tempo, a attaccare sono stati gli ospiti, costringendo i biancoblu a difendersi. Lo hanno fatto con disciplina e ordine, regalando alla Valascia l'urlo liberatorio della vittoria.