CARLAZZO - Morti per la loro grande passione, il rally. Una di quelle passioni che, si sa, possono portare a rischi, ma di cui non si misura mai la reale portata finché non accadono tragedie come quella di ieri, che si è portata via il 39enne Stefano Campana e il 21enne Robin Munz, entrambi ticinesi. I due stavano partecipando ad una gara di rally a San Bartolomeo Val Cavargna quando, durante la quarta e ultima prova, a Carlazzo, la loro Renault Clio, all'uscita di una curva, ha urtato un piccolo muretto e il motore è esploso. Campana e Munz non sono riusciti ad abbandonare la vettura e sono morti carbonizzati: i soccorritori dell'autoambulanza, giunti sul posto, hanno solo potuto constatare il decesso.Tragedia nella tragedia, Robin Munz era figlio del primo marito, Sergio, di Sonia, attuale moglie di Stefano Campana. Una famiglia distrutta, dunque, un dolore indescrivibile per una mamma e moglie. Campana era a sua volta padre di due figli, mentre a Munz era nato 10 mesi fa il piccolo Symon. Enorme ovviamente il cordoglio del Ticino dei rally, e non solo.«Ero fuori, sono rientrato e la prima telefonata che ho ricevuto mi annunciava quanto capitato... Non riesco ancora a crederci», ha detto alla Regione Flavio Finardi, presidente della loro squadra, il Lugano Racing Team. «Campana era un bravo ragazzo, simpatico ed educato. Da circa cinque anni disputava regolarmente il Rally del Ticino, era un bravo pilota e visto che aveva famiglia non rischiava nemmeno più di quel tanto in gara, piuttosto toglieva il piede dall'acceleratore».Le bacheche Facebook dei due, come se potessero in qualche modo leggere, sono piene di messaggi e di commossi addii. «Stefano Campana resterai per sempre il migliore... Morti per la propria passione», «La vostra grande passione ci ha fatto conoscere e fatto passare bei momenti insieme... Purtroppo è anche quella che vi ha portato via da tutti noi!! Sarete sempre nei nostri cuori», si legge per esempio su quella di Campana. «Alle 17.15 oggi a Porlezza, ho salutato l'amico d'infanzia di mio figlio, Robin Munz, papà di un bimbo di 10 mesi... si stava apprestando a fare l'ultima corsa del rally in Val Cavergna. Tutti e due erano felici e spensierati, certi di piazzarsi bene ... tre ore dopo l'atroce notizia ... Caro Robin ti ho visto crescere ... non ti dimenticherò mai ... Non ci sono parole, il dolore è immenso ...», è invece un saluto per Robin. Qualcuno parla dei rischi di uno sport come questo, calcolati dai piloti ma forse non dalle famiglie. Sono giunte anche le parole di cordoglio del Consigliere di Stato Claudio Zali. «Li conoscevo solo di vista, ci siamo incrociati durante qualche gara. Tra piloti c’è grande solidarietà, per questo sono momenti di grande dolore. Siamo consapevoli dei rischi, ma non è comunque possibile accettare queste tragedie. Rivolgo un caloroso pensiero alle famiglie di Stefano e Robin, a cui porgo le mie più profonde condoglianze».«Mi aveva chiamato Stefano circa un mese fa per chiedere l'autorizzazione di correre per noi in questo rally e come sempre gliel'avevo concessa volentieri. Mai avrei immaginato che sarebbe andata a finire così», ha commentato affranto Finardi. «Sto davvero male».Purtroppo, si è messo in mezzo il destino, a volte davvero troppo crudele.