Emanuele Besomi, «i lupi devono vivere qui, e le greggi si proteggono così...»
Il presidente della Spab è disposto a collaborare con l'Associazione «Svizzera senza grandi predatori" di cui è co-presidente Germano Mattei. "Vogliamo che i grandi predatori popolino le nostre valli, ma capiamo anche i problemi degli allevatori»
BELLINZONA - Parlandoci della neonata Associazione "Svizzera senza grandi predatori", Germano Mattei aveva affermato di non sapere la posizione della Protezione Animali sull'iniziativa. Abbiamo contattato Emanuele Besomi della Società Protezione animali di Bellinzona per farci spiegare se anche a loro avviso vi sono problemi e come fare per risolverli.
Signor Besomi, cosa pensa della situazione attuale?
«Il problema esiste, non lo neghiamo. Per noi un lupo vale quanto una pecora, sono tutti animali, e siamo favorevoli al fatto che i grandi predatori popolino la Svizzera, in cui hanno sempre vissuto. Non siamo l'unica nazione montuosa in cui essi ci sono, e in altri posti sono state attuate soluzioni, più o meno funzionali. Se lupi o orsi erano spariti dalle nostre zone un centinaio di anni fa è stato perché erano stati uccisi, ora sono ritornati in modo naturale, e bisogna conviverci, come facevano i nostri anziani 100 anni fa».
Come si può proteggere le greggi?
«Servirebbero dei pastori che rimangono con gli animali al pascolo, supportati dai cani. Il pastore maremmano o il pireneo sono specie che esistono proprio perché c'erano i lupi, e sono stati abituati a proteggere le greggi. Capisco che i costi di un pastore sono elevati, utili sarebbero dei consorzi, come avviene per esempio a Preonzo, per cui si riuniscono greggi diversi, arrivando a portare 300-400 bestie al pascolo: così, è possibile fare investimenti. I problemi nascono soprattutto durante l'estate, quando agli animali dei contadini di montagna si aggiungono quelli portati al pascolo da chi lavora nelle pianure. Il lupo non uccide le pecore perché ha fame, dato che il nostro Cantone è pieno di selvaggina. Se volesse, potrebbe mangiarli tutti, e avremmo dei lupi obesi... D'altro canto, le pecore se inseguite sono sotto stress. Utili sarebbero anche degli spazi recintati».
Concorda con Mattei quando afferma che le montagne potrebbero spopolarsi a causa della paura dei giovani agricoltori del lupo?
«Come Sbap, ci è capitato negli ultimi anni di recuperare un centinaio di capi di bestiame smarriti in mezzo alla neve, e non è certo colpa del lupo. Fare il contadino in montagna è difficile, e chi sceglie di farlo viene supportato anche economicamente. Secondo me, invece, la gente sta riscoprendo le montagne, e lo dico guardando quanti rustici vengono ristrutturati, quanti sentieri sono stati riaperti o creati, ed anche quante capanne alpine sono state ingrandite, oltre ai numerosi trekking organizzati».
Dunque, la Sbap è pronta a collaborare con l'associazione di cui Mattei è co-presidente?
«Certamente, Germano è anche un mio amico. Noi siamo a favore del fatto che i grandi predatori vivano nelle nostre montagne ma non ignoriamo i problemi dei contadini. A mio avviso, ci vorrebbe una discussione ampia, con l'opinione di persone competenti: da un lato, agricoltori e contadini, dall'altro esperti sul comportamento dei lupi e dei predatori»