«Dopo approfondita analisi, è stato ritenuto che il medico sia venuto meno ai suoi oneri di identificazione della paziente prima di iniziare l’intervento chirurgico, ma soprattutto che abbia poi intenzionalmente violato in maniera grave il suo obbligo di informare la paziente o le persone a lei prossime. A tal fine ha anche allestito documenti inveritieri e invitato colleghi e collaboratori a disattendere il loro dovere di segnalazione dell’errore occorso», si legge nel comunicato stampa, che parla di «inammissibili che minano in maniera molto grave la fiducia che pazienti e autorità devono poter riporre nella figura professionale del medico, centrale nel sistema sanitario. Pertanto questi fatti non impongono soltanto una sanzione disciplinare, ma comportano altresì la decadenza del requisito dell’esser degno di fiducia necessario per l’ottenimento e il mantenimento dell’autorizzazione, che viene conseguentemente revocata».
Viene poi spiegato come solitamente si attenda il termine dell'inchiesta penale, ma che in circostanze in cui «i fatti appaiono sufficientemente chiari per quanto concerne il procedimento amministrativo», si procede alla sanzione da parte della vigilanza amministrativa. Sarà compito dell'inchiesta penale stabilire eventuali colpe di altre persone coinvolte.
Il DSS «ritiene importante rassicurare la popolazione sulla sicurezza dei pazienti e della presa a carico presso la Clinica Sant’Anna, ricordando quanto affermato dal Medico cantonale al momento della divulgazione della notizia all’opinione pubblica. Egli ha in effetti subito precisato che la situazione è stata attentamente valutata e che nella struttura vi sono le necessarie premesse di sicurezza, come accertato anche nel corso dell’ispezione ordinaria compiuta lo scorso mese di gennaio. Ciò non può tuttavia ancora escludere in maniera assoluta comportamenti inadeguati in casi singoli».
Viene precisato come solitamente la sospensione di un medico è confidenziale per le ripercussioni economiche e personali, ma che il clamore della vicenda ha fatto sì, «per correttezza e trasparenza verso i pazienti e gli operatori del settore», che venisse fatto il nome di Piercarlo Rey.
Il quale paga a caro prezzo un incredibile errore e la volontà di mentire per coprirlo. In attesa, comunque, dell'inchiesta penale.