Cronaca
28.10.2015 - 22:020
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
Addio Widmer-Schlumpf. Carlo Lepori e Lorenzo Quadri a confronto...
L'affondo del presidente del PS, «se pensate che un altro Consigliere federale saprà difendere meglio la piazza finanziaria ticinese... »
BELLINZONA - «Il Consiglio federale perde una donna capace e la Svizzera una ministra delle finanze tra le migliori e le più abili degli ultimi decenni. Una grave perdita!». Così il presidente ad interim del PS,
Carlo Lepori, si esprime sulle dimissioni di
Eveline Widmer-Schlumpf. Di tutt'altro avviso il consigliere nazionale
Lorenzo Quadri, che in un comunicato della Lega afferma che i «danni» della ministra grigionese «durante i suoi otto anni di permanenza in carica, alla Svizzera in generale ed al Ticino in particolare, restano: si tratta infatti di danni permanenti». Due opinioni diametralmente opposte fra le molte espresse dalla politica in queste ore.
«Anche se evidentemente su una linea politica lontana dal socialismo, ha potuto impedire di essere governati da un Consiglio federale a maggioranza PLR-UDC», continua Lepori. Mentre Quadri sostiene addirittura che «se chi ha governato la Svizzera in passato avesse tenuto lo stesso atteggiamento disfattista di Widmer-Schlumpf, il nostro Paese avrebbe cessato di esistere da un pezzo».
Nella prospettiva di un governo con il ritorno di due democentristi, Lepori auspica che la maggioranza PLR-UDC mostri «di sapere governare nel sistema svizzeri della concordanza». Ma già vede l'elemento critico, la questione europea, sul quale la maggioranza sarà «costretta a dividersi». E poi conclude con un affondo, «ai ticinesi che esultano perché credono alla maldicenza, dico: se pensate che un altro Consigliere federale saprà difendere meglio la piazza finanziaria ticinese, affronterete presto un duro risveglio!».
Per Quadri invece ora l'importante è che il seggio libero in Consiglio federale vada all'UDC. «I cittadini elvetici, che lo scorso 18 ottobre hanno espresso un voto chiarissimo, meritano di avere un governo federale la cui composizione rispetti il più possibile la forza elettorale dei partiti che vi sono rappresentati. Se il paese elegge a destra, non ci può essere un governo che pende a sinistra, come finora accaduto anche a causa della presenza - scandalosa dal profilo democratico e perniciosa da quello operativo - di Eveline Widmer-Schlumpf».