Cronaca
11.12.2015 - 14:550
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
«No alla Billag, anche per una maggiore libertà di stampa»
Consegnate oggi 141'000 firme alla Cancelleria Federale per abolire il canone obbligatorio. Bühler: «Si vuole decidere se spendere 400 fr per quello o per altro»
BERNA - C'è voluto uno sprint finale, ma alla fine i promotori dell'iniziativa "No Billag" sono riusciti a raccogliere il numero di firme necessarie, che verranno consegnate nel pomeriggio in Cancelleria Federale. Prima vi sarà una piccola manifestazione.
Pur senza il sostegno dei partiti maggiori, le firme raccolte sono state 141‘000.
«Non tutti sono disposti a spendere 400 Franchi annui di canone radiotelevisivo» è il parere di Olivier Kessler, Co-Presidente del Comitato d’iniziativa. Agli iniziativisti non va giù la costante e dilagante messa
sotto tutela del Popolo svizzero da parte dello Stato. Ogni cittadino sa come vorrebbe spendere al meglio il proprio denaro. Il principio-cardine dell’iniziativa „No Billag“ è proprio l’abolizione del canone, cosicché i
cittadini possano tornare a disporre liberamente die propri mezzi e esaudire i propri desideri secondo una propria lista di priorità. Tutto ciò è stato spiegato in un comunicato.
L'iniziativa, precisano, non è contro la SSR, ma va a colpire semplicemente il canone obbligatorio: essa dovrà infatti finanziarsi da sola, come ogni altra impresa privata. Se qualcuno volesse ascoltare un canale radiofonico e vedere un canale televisivo in futuro, anche dopo l’abolizione del canone radiotelevisivo obbligatorio le possibilità sono molteplici. Può approfittare di canali che si finanziano attraverso la pubblicità, con il lato positivo di esser gratuiti. Altrimenti, se la pubblicità disturba, può abbonarsi a canali Pay-TV liberi da spot pubblicitari o, addirittura, pagare per visionare
singole trasmissioni, sostengono gli inizativisti, e non vi sarebbero ripercussioni sulla presenza dei programmi di informazione.
Anzi, con la Billag la SSR, spiega il comunicato, è dipendente dai contributi elargiti dal Consiglio Federale e dunque raramente si schiera contro di esso. Senza finanziamenti, si garantirebbe dunque una maggiore libertà di espressione.
«Molti ticinesi hanno sottoscritto l’iniziativa, ben consci di quale fosse la posta in gioco, questo perché vogliono decidere loro stessi e in piena libertà se spendere annualmente 400 Franchi per visionare i programmi radiotelevisivi SSR SRG oppure spendere quella cifra in altri ambiti», ha detto l'UDC Alain Bühler, che rappresentava il Ticino nel comitato dell'iniziativa.