Cronaca
16.12.2015 - 02:380
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
È morto Licio Gelli. Con lui nella tomba molti misteri italiani
L'ex "venerabile" della Loggia massonica P2 morto a 96 anni. Fra i suoi "adepti" anche un giovane Silvio Berlusconi
AREZZO - È morto all'età di 96 anni nella sua villa ad Arezzo Licio Gelli, l'ex "venerabile" della Loggia massonica P2. Nato nel 1919 a Pistoia, aveva combattuto in Spagna a fianco dei nazionalisti del Generale Franco, e quando rientrò in Italia aderì al fascismo, rimanendo fedele alla Repubblica di Salò. «Sono fascista e morirò fascista», dichiarò in una trasmissione televisiva nel 2008.
Alla fine del 1970 arrivò a capo della Loggia massonica P2, e come appurato in seguito dalla commissione parlamentare d'inchiesta Anselmi, sotto la sua direzione l'organizzazione era divenuto «criminale ed eversiva». La fine della P2 venne decretata nel 1982, dopo le indagini sul finto sequestro del finanziere Michele Sindona.
La P2 durante gli anni di piombo si intreccia con la strategia della tensione, dalla strage dell'Italicus del 1974 alla strage di Bologna del 2 agosto 1980, per la quale Gelli venne condannato per depistaggio delle indagini. O ancora, lo scandalo del Banco Ambrosiano, l'omicidio di Roberto Calvi, il depistaggio delle indagini sul rapimento di Aldo Moro, l'omicidio del giornalista Mino Pecorelli.
Fra i membri della P2 figurava anche l'ex premier Silvio Berlusconi (tessera numero 1'816), così come parlamentari, industriali, imprenditori, giornalisti e vertici dei servizi segreti. Berlusconi, interrogato a suo tempo dalla commissione parlamentare d'inchiesta, dichiarò che si era iscritto perché chiestogli da Gelli, il quale gli aveva promesso «canali di lavoro e contatti internazionali».
Con la morte di Licio Gelli scompare uno dei protagonisti oscuri della Prima Repubblica, e in particolare dei terribili anni di piombo.