Cronaca
23.12.2015 - 13:410
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Caprara risponde: «farneticazioni di certa sinistra, il futuro del San Giovanni è garantito»
La risposta del deputato PLR è decisa. «L'ospedale non è sufficiente per il Comune aggregato? Al contrario, un Comune grande può essere un sostegno importante per l'offerta sanitaria»
BELLINZONA - Attaccato dal Movimento per il socialismo, Bixio Caprara, presidente della Commissione per la pianificazione ospedaliera, si difende ed anzi entra in tackle. «Queste farneticazioni confermano il livello cui certa sinistra arriva per cercare di farsi sentire. So di non avere il loro sostegno, d'altronde non l'ho mai neppure cercato. Come presidente di una Commissione, rappresento il parere di essa. Pronzini rappresenta sé stesso, qui è andato in derapata».
Poi entra nel merito della pianificazione. «Ricordo che la perizia iniziale chiedeva la chiusura tout court degli ospedali di Valle, il messaggio originale del Consiglio di Stato proponeva la trasformazione di quelle strutture in istituti di cura coinvolgendo i Comuni. La proposta della Commissione, votata dal Gran Consiglio, senza l'approvazione di Pronzini (deputato MPS), li ha mantenuti all'interno dell'EOC: la realtà è questa, tutto il resto sono baggianate».
Cosa ci dice della ripartizione dei mandati?«Non sono stati discussi in Gran Consiglio. Le lascio immaginare cosa possa voler dire discutere della distribuzione di 125 mandati! La Commissione ha deciso di non entrare nel merito, si sarebbe aperto un vaso di Pandora dove ognuno avrebbe tirato l'acqua al proprio mulino senza avere le conoscenze tecniche che invece servono. Avevamo a cuore la qualità delle cure in Ticino, c'erano delle attribuzioni che non ci hanno convinto e abbiamo chiesto al Consiglio di Stato un aggiornamento della situazione. Il principio della concentrazione, anche in modo moderato, non è in discussione. È stata confermata la necessità di avere due ospedali cantonali di riferimento, Bellinzona e Lugano. Ora toccherà all'EOC capire come sviluppare i due poli».
Soffermiamoci su Bellinzona: come vede il futuro di questo ospedale, da molti ritenuto penalizzato dalla pianificazione?«Un ospedale unico non è possibile in Ticino, a Lugano non c'è posto, è già intasato (come altri ospedali, problema a cui si farà fronte con l'aumento dei letti AMI). La pianificazione deve interessarsi di tutto il Cantone, Bellinzona come polo non è mai stato messo in discussione. Abbiamo più volte chiesto delle conferme al Cantone, che sono arrivate. Sono poi i bravi medici a fare i buoni ospedali, tutto dipende da chi saranno gli attori nelle struttura, dato che un paziente va dove viene trattato bene».
Cosa risponde a Solidarietà, giornale dell'MPS, che ritiene che il San Giovanni non sarà adeguato ad un Comune come quello nato dall'aggregazione?«Il fatto di avere un Comune grande o 17 piccoli non cambia il fabbisogno sanitario. Esso è influenzato dal numero di cittadini, non dalla struttura organizzativa. Semmai è vero il contrario: un Comune più grande, come entità politica, può essere un sostegno migliore al livello di offerta ospedaliera».