Cronaca
02.02.2016 - 11:100
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Beretta Piccoli, «il Molino serve. E Galeazzi parli anche dei suoi amici...»
Duro attacco del consigliere comunale verde a Galeazzi. «Perché non riprende i suoi sostenitori che picchiano i ragazzini?». E difende gli autogestiti
LUGANO - Un tema sentito come quello dei molinari, e un "cretino" che vola fra i banchi. Ieri sera Tiziano Galeazzi e Gerri Beretta Piccoli hanno animato il Consiglio Comunale di Lugano. Il consigliere comunale dei Verdi ci ha spiegato cosa è successo.
«Bisogna smetterla di terrorizzare tutti, e la tecnica di Galeazzi comunale di dire che il Molino è un covo non mi va giù. Non sopporto più questa mania di raccontare bugia e di spaventare le persone. Così quando ha preso la parola sull'argomento mi sono alzato e me sono andato dicendo "c'è un cretino che parla"».
Cosa le dava fastidio della posizione di Galeazzi?«Non volevo sentire i soliti fatti. Ho risposto dicendo che i suoi sostenitori sono quelli che si fanno fotografare con la croce uncinata e la svastica, e fra di loro c'è qualcuno che ha picchiato dei minorenni ed è stato condannato. Di questi trent'enni che pestano i ragazzetti Galeazzi non si ricorda. Credo si debba parlare di tutto quello che succede, non mostrare solo una parte della medaglia. Chi sono le persone che cito? Sono molti vicini e votano UDC, c'è gente che lavora per il Comune e la Aziende Municipalizzate, non voglio fare nomi, ma sono gli amici di Galeazzi e vanno in giro a terrorizzare la gente, penso al ragazzino picchiato perché non voleva più far parte dei naziskin. Vanno ripresi anche loro. Si deve ciò che accade a destra, sinistra e centro, mentre la trasparenza non fa parte di Galeazzi. Io condanno la violenza, da qualsiasi parte essa provenga».
Dice che per sapere cosa è successo bisognava essere sul posto. Lei cosa sa?«Sono certo che, magari, fumano, ma droghe pesanti al Macello non ne girano. Il fatto infatti è accaduto perché una ragazza trafficava droga e i molinari l'hanno scacciata. Senza droghe pesanti le questioni cambiano, forse esse si trovano in altri luoghi».
I molinari sostengono che il Municipio sta creando ad arte una tensione crescente.«Esatto. La soluzione l'avrei: metà struttura all'ATTE, che la fa vivere di giorno, e l'altra metà ai molinari, che la animano di notte. La biodiversità è anche il Molino. C'è il LAC di lusso e di alto livello, manca qualcosa di mezzo, ma la diversità è fatta di tante cose e di diversi colori. Non si possono terrorizzare gli autogestiti. Ora tutti sono sull'attenti e ogni scintilla divampa, è peccato perché il dialogo sarebbe la cosa migliore. Quando guardi gli altri dall'alto in basso crolla tutto, e io penso sia sbagliato. Non c'è nessun posto come il Molino, dove passano 3-4000 giovani a weekend, dove ci sono sempre musica e gente. Conosco chi frequenta, trascorrono serate bellissime a chiacchierare e sentire musica, è un luogo unico e non temo diventino drogati andando lì».
Con l'interrogazione interpartitica buona parte del legislativo è contro gli autogestiti, cambierà qualcosa per loro?«Adesso ci sono le elezioni, e dopo di esse la gente dimentica cosa ha promesso in campagna elettorale. Andrebbe posto un solo obiettivo da portare avanti, non programmi di otto pagine che a fine legislatura non vengono realizzati».
I molinari non sono secondo lei il problema maggiore di Lugano, vero?«Non credo, basti pensare alle mense, al trasporto pubblico, all'impiego. Ieri sera si è parlato di fognature e tubazioni. Lugano ha delle fogne ormai molto rovinate e c'è sicuramente qualcosa che esce nel terreno. La spesa è di sei o sette milioni all'anno, e nessuno fa interrogazioni in merito ad un aspetto che non si vede. C' una possibilità di inquinamento e di rovinare la falda freatica, ma nessuno se ne preoccupa. La gente vota, ma non sa perché sono stati cambiati i tubi, tanto per fare un altro esempio.. Tornando ai molinari, hanno sistemato una sala, ma nessuno sa che c'è e la disorganizzazione del Comune fa sì che non venga utilizzata».