LUGANO - Giorgio Giudici, ex sindaco di Lugano, torna a parlare della questione dei molinari e, forse stupendo tutti, chiede di lasciarli dove sono. Prima di tutto, spiega a La Regione, non è il problema prioritario della città: la crescita, soprattutto, e lo sviluppo dei progetti già previsti. Poi rievoca cosa successe tredici anni orsono, quando gli autogestiti occuparono l'ex Macello. «Quando vennero sfrattati dal Maglio, ce li siamo ritrovati in città e occorreva trovare una soluzione». Questo a causa del Consiglio di Stato di allora che disse che non si poteva procedere allo sgombero senza trovare una soluzione alternativa. Nell'Esecutivo cantonale sedeva, a quei tempi, l'attuale sindaco di Lugano Marco Borradori. A scegliere l'ex Macello, spiega Giudici, «fui io assieme ai colleghi di Municipio Giuliano Bignasca e Giovanni Cansani. La soluzione ha consentito di calmare le acque di una situazione che stava diventando molto critica e che è andata bene finora».I molinari, precisa, sono anarchici, ma guai a «usare i muscoli con loro. Bisogna essere realisti: non ci sono se alternative concrete è meglio lasciarli lì dove sono perché rappresentano il minore dei mali. Tutto il resto è campagna elettorale ma non è proprio l’argomento idoneo». Per tredici anni, in fondo, si è convissuto, pur dovendo ogni tanto intervenire. I molinari hanno ancora il diritto di cittadinanza? E qui la risposta più sorprendente di Giorgio Giudici. «Credo di sì e glielo dice un liberale, non una persona di sinistra. È una realtà con cui bisogna trattare. Sono tanti i giovani che frequentano il Molino. Signiica che c’è un interesse per l’offerta proposta».