Cronaca
12.02.2016 - 16:420
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
L'avvocato di Monighetti, «vi spiego cos'è successo davvero»
Il legale nega che ci siano stati calci quando la vittima era a terra, che il calciatore abbia rubato una borsetta e che siano intervenute altre persone
BELLINZONA - Si è molto parlato del pestaggio al Rabadan in cui è coinvolto il calciatore del Chiasso Michele Monighetti. Il suo avvocato, Mario Branda, per la prima volta ci racconta la versione del giocatore, sottolineando delle inesattezze della stampa.
Quali sarebbero queste inesattezze?«In particolare ve ne sono tre. Non corrisponde a realtà, e i verbali e gli interrogatori condotti sinora lo dicono in modo chiaro, il fatto che Monighetti abbia colpito l'altra persona con dei calci quando essa era a terra. È una cosa importante. Non ha sottratto nessuna borsetta: quella che era a tracolla probabilmente non della ragazza ma dell'altro contendente è stata strappata nella colluttazione, e cadendo a terra qualcuno l'ha presa e portata via. Anche questo è emerso abbastanza chiaramente, la vittima stessa lo riconosce come qualcosa di molto probabile. Nessuno ha visto e Michele nega nel modo più assoluto di aver preso la borsetta di questa persona. Poi un'altra cosa importante è che, se né il mio cliente né la vittima dicono qualcosa di diverso, non è vero che altre persone hanno picchiato il contendente nella lite, era una cosa sostanzialmente tra loro due. È vero che Monighetti ha picchiato probabilmente di più ed anche più forte, però è una colluttazione tra loro, e vorrei dire che anche lui ha riportato delle escoriazioni e dei lividi. Ha sbagliato ma non era una cosa a senso unico».
Qual è la versione raccontata da Monighetti?«Dopo che Michele aveva ripetutamente parlato con questa ragazza, che è la sua ex, quella sera l'ha rivista in compagnia della persona che era diventato il nuovo ragazzo di lei, anche se ora non stanno più insieme. Non è chiaro se si siano lasciati per questo ragazzo, Monighetti ha detto che si erano lasciati il mese di agosto e lei si era messa con questo tipo a settembre, fine settembre. Il calciatore quella sera ha parlato più volte con lei, sembrava che andassero ancora d'accordo e dopo un attimo l'ha vista di nuovo con l'altro, e non ci ha più visto. Non è comprensibile, però non è quel diavolo nero che è stato dipinto. Tra l'altro tutte le persone con cui ho parlato me lo hanno descritto come una persona tranquilla e sicuramente non attaccabrighe».
Da quanto si dice, il calciatore si è accorto subito dell'errore. Lei è stato contattato prima della denuncia da parte dell'altro?«Quando siamo stati informati il ragazzo era già in polizia, e al termine dell'interrogatorio di polizia è stato deciso il suo fermo, revocato 24 ore dopo. Se si tratta di una cosa seria, uno rimane dentro per settimane e mesi, non viene rilasciato dopo un giorno.
In molti commenti si insinuava che Monighetti fosse ubriaco, è così?«Lui dice di aver bevuto qualche birra ma non esageratamente. Era con degli amici ed erano sobri. Non risulta assolutamente nulla che non fosse alcool».
Crede che il fatto che lui sia un calciatore abbia pesato sul modo in cui è stata recepita la vicenda?«Secondo me ha fatto sì che pagasse questo prezzo. Se non fosse stato un giocatore professionista nel calcio una cosa così finiva come una banalità da carnevale probabilmente. Non sarebbe stato arrestato se non fosse stato un calciatore? Non posso dirlo, non voglio dirlo, ma sicuramente non ci sarebbe stato questo tipo di reazione. È stato condannato da alcuni prima ancora di sapere come siano andate le cose, come a volte capita. Lui è dispiaciuto per quello che ha fatto e per l'altra persona, con cui si è scusato di sua spontanea volontà quando si sono incontrati al Ministero pubblico per il contradditorio. Mi pare che ci sia stata una reazione positiva dell'altro. Ritirare la denuncia? È troppo presto per parlare di una cosa di questo tipo. La ragazza non ha un ruolo di parte nel procedimento, solo eventualmente di testimone».
Dunque, di che cosa è accusato Monighetti? E lei come avvocato lo aiuterà anche a dirimere la sua posizione col Chiasso (che lo ha sospeso e non esclude la rescissione del contratto, ndr)?«Fondamentalmente, alla luce di quello che è emerso, a questo punto di lesioni semplici. C'erano altri capi di imputazioni legati al presunto furto rispettivamente si parlava di rapina ma ora è caduto. Per quanto riguarda il Chiasso, mi dirà Michele se pensa che ci sia bisogno o se è una cosa che può gestire lui internamente con la società. So che ha già ripetutamente parlato con loro e che ci sarà un approfondimento, un chiarimento ulteriore, settimana prossima».