Cronaca
29.02.2016 - 14:540
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
«Il Municipio pensava di fregarci. Ma io non sono nato ieri...»
Gabriele Chiesi parla del caso dell'agente di Giubiasco. «Bersani quando fa l'offeso è perché è nel torto. Non voleva pagare la scuola a un poliziotto... fate chiarezza!»
GIUBIASCO - Ormai è guerra aperta, con Gabriele Chiesi e Nello Dell'Ambrogio da una parte e il Municipio di Giubiasco dall'altra. Motivo del contendere l'assunzione del poliziotto licenziato a suo tempo dalla Cantonale. Gabriele Chiesi ha raccontato la sua battaglia.
Riepilogando la vicenda dall'inizio, come mai avete deciso di contestare questa assunzione? L'uomo non meritava una seconda possibilità?«Semplicemente perché il Municipio voleva metterci di fronte al fatto compiuto con un agente licenziato dalla Cantonale per accuse di cui è reo confesso. Tutti meritano una seconda possibilità, ma la persona ha mostrato di non essere idoneo a questo mestiere. Le sembra logico che chi debba far rispettare la legge non la rispetti? È inammissibile. Io ce l'ho col Municipio, non con l'agente».
Avete chiesto i documenti, e non vi sono stati dati. Con quali motivazioni?«Motivazioni che non stanno in piedi. Prima hanno parlato di riservatezza, poi hanno chiesto il parere degli Enti locali che hanno risposto di darcela, e comunque si rifiutano. Comincino a spiegare perché fanno ostruzionismo, dato che la legge è chiara e il cittadino ha il diritto di avere l'estratto della risoluzione municipale senza se e senza ma. È passato un mese e con pretesti vari non ce la danno, dicendo che il servizio ricorsi ha affermato che non la richiederà finché non scade il termine per la risposta. Tutte bugie. Hanno fatto di tutto per far nascere il sospetto che ci sia sotto qualcosa. Se avessero fatto chiarezza subito non sarebbe accaduto niente. E se non fosse arrivata la soffiata a LaRegione dell'assunzione di questo agente licenziato dalla Cantonale, noi ci saremmo ritrovati dal primo febbraio un agente che prima o poi sarebbe stato sotto processo per accuse gravissime, come ha ammesso anche Bersani, senza poter dir nulla: è democrazia questa? È stato di diritto?».
E dunque sospettate che ci sia qualcosa da nascondere da parte del Comune.«Nasce il sospetto, e abbiamo detto alla magistratura di avere l'idea che sotto questo ostruzionismo si nasconda altro. Gli Enti locali non hanno voluto indagare, il servizio dei ricorsi aspetta la risposta, dove tra l'altro c'erano trenta giorni e non quindici date le vacanze di carnevale del sindaco. Abbiamo chiamato in causa l'organo di vigilanza dei Comuni, e ci hanno detto che dobbiamo chiedere ancora al Municipio e in caso di no che potremmo fare ricorso al Consiglio di Stato. Stiamo giocando alle biglie? Ci prendono per il naso, allora intervenga la Magistratura! La legge vale anche a Giubiasco, e anche a casa Bersani. A lui non va bene, e da avvocato inventa tutte le storie per non darci i documenti e fa l'offeso: quando fa così è dalla parte del torto, lo dico io che lo conosco bene».
Ma che cosa si nasconde dietro l'ostruzionismo, secondo lei?«Si nasconde il fatto che, capito che era possibile che quella persona non potesse cominciare a fare l'agente a Giubiasco, hanno tentato di ritardare i tempi. Non dandoci la risoluzione credevano che avremmo atteso col ricorso, per cui che il primo febbraio lui sarebbe entrato in servizio e tutto sarebbe andato bene. Bersani crede che sia nato ieri invece sono nato l'altro ieri, e ho portato il ricorso immediatamente al servizio dei ricorsi, così da avere l'aspetto sospensivo, così l'agente non è entrato in servizio. È questo che dà fastidio al sindaco Bersani, gli ho messo il bastone fra le ruote col consenso di tutta la cittadinanza di Giubiasco».
A Giubiasco nessuno vuole quell'agente, dunque?«Non c'è una sola persona che non ci abbia detto che abbiamo fatto bene. Non sono razzista, ma quel signore ha cambiato il suo cognome sposandosi dopo essere entrato in polizia, come altri che hanno avuto il diploma: aveva un cognome slavo prima. Bersani non lo dice: ovviamente, non cambierebbe nulla se avesse una condotta irreprensibile, ma lei vorrebbe uno che nasconde il cognome, truffa un'assicurazione e svia la giustizia davanti a casa sua a fare il poliziotto?».
Secondo lei, perché Bersani voleva assumere proprio quel poliziotto?«Perché così non deve pagare la scuola a un nuovo agente. Prenderne due già formati è la solita scorciatoia. C'erano cinque agenti già formati, ma secondo lui nessuno aveva il profilo giusto, mi dica lei se cinque che hanno fatto la scuola non hanno il profilo giusto per venire a fare la pattuglia a Giubiasco. E da qui nasce il sospetto, perché non fare le cose chiare? Vogliamo vedere le carte, magari ha ragione il sindaco, ma perché se ne è parlato solo dopo che LaRegione ne ha parlato? Perché qualcuno ha fatto la soffiata al giornalista? Fa nascere sospetti di complotto. Dicono che si parla sempre di complotto, ma se fanno le cose in modo trasparente non succede».