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Cronaca
09.03.2016 - 22:400
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Mendrisio, un furto che fa male. «Vergogna, tristezza e inciviltà»

Ignoti hanno rubato dei monili, frutto di ex voto, dalla Chiesa di San Giovanni. Poma: «È stato qualcuno che sapeva che la statua era stata spostata». Il prete non commenta

MENDRISIO - Un furto che fa rumore. Ignoti si sono introdotti nei giorni scorsi nella sagrestia della chiesa di San Giovanni a Mendrisio, dove era stata posata la statua della Madonna dei Sette Dolori che sfila durante la Processione del Venerdì Santo (nella foto), ed hanno rubato dei monili del 1700, per un valore di 5'000 franchi. Non sa molto il presidente della Fondazione Processioni Storiche Giuseppe Poma, quando lo contattiamo. «La statua normalmente si trova in una nicchia ed è stata portata in sacrestia per metterle il nuovo manto e prepararla. La porta era chiusa a chiave, e la serratura è stata scassinata, hanno rubato due braccialetti e probabilmente anche due orecchini. Finché si trova nella nicchia non si può fare nulla, evidentemente si tratta di qualcuno che sapeva che era stata spostata, dato che sono andati sul sicuro. Probabilmente sono state due o tre persone, con qualcuno che ha fatto da palo». Non si è certi di quando è successo, ma si pensa a sabato. «Col maltempo non c'era in giro nessuno, ma la chiesa ovviamente era aperta. Sul mezzogiorno, per esempio, non c'era nessuno. La Polizia ora sta indagando, non so se hanno dei sospetti». La statua è stata danneggiata, perché per rubare il braccialetto hanno rovinato una mano, ma Poma garantisce che è già stata sistemata. «Il problema sono i monili, che non hanno però un valore eccessivo. Fortunatamente ci sono due parures, una meno preziosa che la statua porta sempre ed una che viene messa per le festività, molto preziosa: per fortuna quella è salva». «I ladri, penso, hanno assistito con ogni probabilità allo spostamento della statua, dato che è stata effettuata con la chiesa aperta. Hanno atteso che non ci fosse nessuno. Per noi è stata una situazione sgradevole, non pensavamo potessero accadere, non è mai successo qualcosa del genere. Per noi che impieghiamo tanto tempo e passione è stata una notizia decisamente non simpatica, proprio alla vigilia della manifestazione e quando la statua è appena stata spostata...», aggiunge Poma. A Mendrisio, questo pomeriggio, nei pressi della chiesa non c'era nessuno. La porta era chiusa, e su di essa è affisso un cartello che spiega che si sta preparando il settenario. Abbiamo chiamato don Claudio Premoli, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito al gesto. Su Facebook, la gente condanna, parlando di «vergogna», di «tristezza» e di «inciviltà». Qualcuno giustifica toccando il tema dei valori decaduti delle chiese, ma per la maggior parte «il luogo resta sacro e gli oggetti sono sempre di gran valore». «Vergognoso se si pensa che erano tutti ex voto fatti da persone in memoria di qualcuno a loro cari....più che il valore effettivo di quanto rubato conta l'affetto che la nostra Madonna dei sette dolori ispira in noi di Mendrisio», commenta una cittadina. In effetti, i pezzi erano unici e se non verranno restituiti o trovati dalla Polizia, andranno perduti. Ci si interroga sui responsabili. «Non penso che si debba cercare lontano», dice qualcuno, un altro ironizza «sarà stato un patrizio della valle di Muggio?», un utente si spinge oltre: «succede così a lasciare entrare tutta quella bella gente che lasciamo entrare». «Sono solo irresponsabili e povera gente», commenta una donna.
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