Cronaca
15.03.2016 - 09:260
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
E se i robot ci sostituissero? 2'500 franchi per tutti è la soluzione
«Risparmierebbero Stato e datori di lavoro, in burocrazia e stipendi», spiega l'economista Rossi. Il reddito incondizionato per tutti è finanziabile? «Diverse le idee sul tavolo»
BELLINZONA - 2'500 franchi per tutti, e 625 per adolescenti e bambini, in modo che il reddito di base sia sufficiente a garantire la possibilità di divere ma non abbastanza elevato per disincentivare il lavoro. È ciò che chiede l'iniziativa "Per un reddito di base incondizionato", che sarà votata il 5 giugno. Ieri a Berna i promotori, fra cui c'è l’ex cancelliere della Confederazione Oswald Sigg, hanno regalato banconote da 10 franchi, per un totale di 10mila messi a disposizione, per spiegare il proprio concetto.
La proposta è osteggiata da destra e conta appoggi solo tiepidi anche a sinistra, per cui chi la lancia conta sulla società civile e sta facendo di Facebook il suo canale privilegiato. Nei prossimi vent'anni, sempre più lavori (il 50%) saranno eseguiti da robot, e si porrebbe il problema di come pagare le assicurazioni sociali: il reddito di base incondizionato sarebbe dunque la soluzione, che permetterebbe anche di dedicare più tempo alla famiglia e ai giovani di studiare senza dover lavorare per mantenersi e, eventualmente, di creare attività nuove.
Le assicurazioni sociali e la possibilità di liberare le forze creative sono alla base dell'iniziativa secondo l'economista Sergio Rossi, fra i fautori e professore all'Università di Friborgo, intervistato dal Corriere del Ticino.
Assicurazioni sociali e datori di lavoro risparmierebbero: in entrambi i casi, il 2500 franchi verrebbe dedotto da quanto già viene incassato da ognuno. «Per la grande maggioranza delle persone che oggi fanno capo alle varie forme di socialità esistenti (invalidità, assistenza, AVS ecc.) il reddito di base verrebbe sottratto a quanto oggi ricevono. Lo Stato risparmierebbe sull’apparato burocratico. Lo stipendio resterà lo stesso, ma verrà alimentato da due casse diverse. Si tratta di una distribuzione diversa del valore aggiunto delle attività economiche», spiega Rossi.
La grande domande è: è finanziabile? «Secondo i calcoli fatti, se teniamo conto di quanto verrebbe tolto da stipendi e assicurazioni sociali, resterebbero da finanziare tra i 20 e i 30 miliardi. Per raccogliere questi soldi le idee non mancano: alcuni propongono di aumentare l’IVA, altri una tassa dello 0,02% sulle transazioni che passano attraverso i conti bancari, io una su quelle finanziarie con un’aliquota simile. L’iniziativa comunque lascia al Parlamento il compito di decidere a riguardo».