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Cronaca
29.04.2016 - 09:330
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

«Vedrai a Roma... Dormirete con paura», il pugile jihadista si allenava a Lugano

Abderrahim Moutaharrik è stato arrestato ieri: progettava un attentato a Roma. Si allenava a Canobbio, ed era stato campione svizzero. Sconvolto il suo allenatore, «non l'avrei mai pensato»

LUGANO - Shock a Lugano: il pugile di punta di una palestra della zona, due volte campione svizzero, è in realtà uno jihadista, pronto a compiere attentati. Abderrahim Moutaharrik, classe 1988, è stato arrestato ieri nell'ambito di un'inchiesta antiterrorismo condotta in Lombardia. L'uomo era pronto ad arruolarsi per il Califfato e si era messo a disposizione per agire in prima linea, chiedeva solamente che i due figli di 4 e 2 anni (che sarebbero andati con lui in Siria assieme alla moglie) potessero entrare nel Califfato prima di entrare in azione. Su WhatsApp una ventina di giorni fa lo invitarono a farsi esplodere. Uno degli obiettivi era Roma, centro del cristianesimo. Fondamentale nella sua radicalizzazione sarebbe stata la figura di Oussama Khachia, il "jihadista di Viganello", già espulso dall'Itala e a cui il Consiglio di Stato aveva revocato il permesso di soggiorno. L'uomo, deceduto in Siria a dicembre, era molto amici di Moutaharrik, tanto che nelle intercettazioni si dice che ogni volta che pensa a lui piange. «Da quando è morto Oussama mi sono sentito che posso... Ho sempre avuto il pensiero e la voglia di andare lì a trovare i fratelli, a vedere la terra, ho tanto desiderio di andare lì (in Siria, ndr)», si sente in un'intercettazione telefonica. A chiamarlo nell'ISIS, attraverso la "tazkia", l'italo marocchino Mohamed Koraichi, una volta appreso della morte dell'amico. A Khachia venne ritirato il permesso di soggiornare in Svizzera nel settembre 2015, e in quel momento Moutahrrik aveva smesso di allenarsi al Fight Gym Club di Canobbio. L'allenatore Andrea Ferraro spiega di aver cercato di contattarlo senza esito. Tutti sono sconvolti, perché il pugile appariva un bravo ragazzo, calmo e molto forte nel suo sport. Il suo allenatore nega che combattesse con la casacca dell'ISIS, precisando che non lo avrebbe tollerato. Il 28enne però aveva anche loro nel mirino, dopo che il 25 marzo le autorità svizzere gli avevano intimato di non entrare più in territorio elvetico. Secondo un'intercettazione in mano alla DIGOS, riportata dal Corriere del Ticino, desiderava vendicarsi anche dei compagni di allenamento. Nel mirino di Moutahrrik c'era Roma, dove si progettava un attentato sanguinoso. L'uomo, sempre in un'intercettazione, aveva detto alla moglie il giorno degli attentati di Bruxelles: «Vedrai a Roma», spiega il marito alla donna. «Vedrai dappertutto! Tre o quattro uomini distruggono un’intera... un intera città, all’aeroporto. L’aveva detto sheik El Adnan: comincerete ad aver paura e a camminare guardandovi le spalle anche nelle vostre stanze, nelle camere da letto. Non riuscirete più a dormire. Dormirete con la paura». I due sono stati arrestati ieri assieme al fratello del "jihadista di Viganello", alla sorella di Mohamed Koraichi, ai danni del quale è stata emesso un avviso di custodia cautelare (assieme alla moglie italiana e ai tre figli è partito per la Siria). Sei, in tutto, le persone finite in manette, tutti italo marocchini.
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