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Cronaca
17.06.2016 - 11:400
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

«Quadri, chi rifiuta di integrarsi non è al suo posto in Svizzera»

Il leghista chiede al Consiglio Federale di attivarsi per allontanare dal paese «chi rifiuta le più elementari regole di convivenza del nostro paese» e che eventuali ammonimenti pesino nei dossier per la naturalizzazione

LUGANO - Chi non accetta le regole svizzere non deve poter vivere in Svizzera e tanto meno ottenere la nazionalità rossocrociata. Lorenzo Quadri, Consigliere Nazionale leghista, lo ribadisce in un'odierna interpellanza al Consiglio Federale, prendendo spunto dal caso di Therwil. «Ha di recente fatto scalpore il caso dei due fratelli musulmani residenti a Therwil (BL), figli di un imam, che si sono rifiutati per presunti motivi religiosi di dare la mano ad una loro docente perché donna. Allarmante il fatto che la direzione scolastica aveva accordato ai due giovani integralisti il permesso di non stringere la mano all’insegnante, prima di venire sconfessata dal dipartimento cantonale», scrive Quadri. «Si è inoltre appreso che i due fratelli, assieme ai loro familiari, erano candidati alla naturalizzazione. La procedura è stata sospesa a seguito alla questione della stretta di mano rifiutata e della risonanza mediatica avuta dall’episodio. Questo però significa che, senza la vicenda citata, con buona probabilità la famiglia integralista avrebbe ottenuto il passaporto elvetico». A parer suo, «la presenza su suolo svizzero di persone straniere che rifiutano le regole più elementari del vivere insieme in una società occidentale non solo non è auspicabile, ma non è nemmeno accettabile. Gli immigrati che rifiutano di integrarsi non sono al loro posto in Svizzera». Quindi, chiede al Consiglio Federale se è sua intenzione «attivarsi affinché le persone straniere che rifiutano le più elementari regole di convivenza del nostro paese – come appunto dare la mano alle donne – vengano prima ammonite ed in seguito, se perseverano nei loro comportamenti, allontanate dalla Svizzera» e se condivide «il principio che l’eventuale ammonimento di cui al punto precedente va obbligatoriamente incorporato nel dossier nel caso le persone ammonite si trovassero a postulare la naturalizzazione».
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