Cronaca
08.08.2016 - 18:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
«Perché incolpate i frontalieri e poi li assumete? Il Ticino deve capire cosa vuol fare da grande»
Il biglietto anonimo ricevuto da una frontaliera a Lugano è sintomo di un'insofferenza generale? Ne abbiamo parlato col presidente dell'Associazione Frontalieri Ticino Eros Sebastiani
BELLINZONA - Un biglietto anonimo trovato sull'auto, dove la si accusa di «rubare il lavoro a un ticinese, che lo farebbe meglio di te. Pensaci, prima si sputare dal (sic) piatto dove mangi», trovato da una frontaliera che lavora per una ditta nel Luganese. È notizia di qualche giorno fa, ma non sarebbe l'unico segnale di un'intolleranza sempre maggiore verso i frontalieri e gli italiani in genere, ci dice Eros Sebastiani, presidente dell'Associazione Frontalieri.
«A forza di buttare benzina sul fuoco, si avranno esplosioni di rabbia e di nervosismo. Non dimentichiamoci che la benzina dalla parte svizzera viene gettata... Si guarda il dito e non la luna, però».
E cosa sarebbe la luna?«È un problema generale e tecnico, la politica del Ticino deve decidere cosa vuol fare da grande. Qual è il problema degli indigeni? Se si risolve quello, si tolgono tutti i mal di pancia. I frontalieri sono 65 mila più o meno, in Ticino le persone in disoccupazione o in cerca un lavoro sono circa 14 mila. Se 50 mila persone non entrano ogni giorno dall'Italia a svolgere mansioni, che possono essere il fruttivendolo, il gestore, chi lavora in una gioielleria o al Fox Town, mancherebbero. Però in Ticino c'è una classe di imprenditori che sono diventati prenditori: il problema è il frontaliere che viene a lavorare a 3'500 franchi o il fatto che i ticinesi non riescono più a vivere con certi salari? Gli affitti, per esempio, sono saliti in modo importante, la cassa malati è un costo altissimo, ma gli stipendi sono sempre gli stessi. Però con chi se la prendono? Non col sistema economico che con politici miopi ha portato a questo, bensì la colpa è del "maiaramina" che ruba il lavoro... Invece dicono a un giovane di lavorare per 1'800 franchi, è un problema del frontaliere o di chi non permette una determinata gestione del tutto?»
Vi preoccupano manifestazioni come il biglietto anonimo?«Certo! Non vorrei mai che un folle o un pazzo, anche col caldo, vada fuori di testa... Ho superato una macchina a Stabio, qualcuno si è fermato e mi ha applaudito perché sono targato Italia. C'è gente arrabbiata per queste stupidaggini. Per fare un altro esempio, sono stato al Serfontana e finché chiacchieravo in ascensore sul tempo andavo bene poi quando hanno visto che la mia auto è italiana è cambiato tutto. Non abbiamo ricevuto minacce come Associazione, meno male».
Emerge un clima rovente da quanto lei dice...«Sono stufo di persone che parlano senza sapere o di imprenditori che sparlano dei frontalieri e poi li assumono. Chi oggi sputa sui frontalieri, facciamo l'esempio della Medacta, chi ha come lavoratore? Non ci sono saldatori ticinesi, visto che le targhe sono tutte italiane? Ma poi chiede di non far venire gli italiani: cominci a vedere quanti svizzeri lavorano per lui... Non ho più voglia di sentirmi insultare da chi è il primo che fa entrare un frontaliere per lavorare».
Non crede che andrebbero abbassati i toni, però?«Bisogna farlo trovando le soluzioni. Anche l'italiano, in fondo, porta plusvalore al Ticino anche se non se ne rendono conto. Quando c'è la pancia piena, ai ticinesi l'italiano dà fastidio, penso a quando non veniva più nessuno a fare benzina dall'Italia e si fecero le zone franche perché i soldi degli italiani facevano comodo. Io e l'Associazione non ce l'abbiamo col Cantone, con la Svizzera e coi ticinesi, ma il frontaliere non deve passare per il fenomeno della situazione, è solo gente che va a lavorare. Oltretutto vogliono tassarci...»
Altro tasto dolente, come si ricorderà dai mesi passati.«Lo fanno senza capire che cosa succederà... e poi diranno che non volevano ciò. Il Ticino cosa guadagna? Il frontaliere cosa guadagna? Nulla, tutto va allo Stato italiano! Ora c'è la tassa di collegamento, pensata da far pagare ai frontalieri ma che poi devono pagare tutti sennò sarebbe un atto razzista. Silvio Tarchini del Fox Town ha detto che se gli fanno pagare o trova un escamotage o chiude e va a Como, quando perderebbe Mendrisio? E soldi persi mancherebbero alle famiglie, in un gatto che si morde la coda. Le persone indigene poi ce l'avranno sempre più col frontaliere, a cui si addosserà tutta la colpa».