Cronaca
03.10.2016 - 16:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
La disorganizzazione alla base della rivoluzione della sagra?
Il Corriere del Ticino ha svelato alcune difficoltà nei giorni precedenti la manifestazione: la grana delle cantine, l'Ambulanza pagata in extremis, gli spostamenti annunciati all'ultimo...
MENDRISIO - Cosa è successo fra il Municipio di Mendrisio e gli organizzatori storici della Sagra dell'uva, esautorati a sorpresa qualche giorno dopo la chiusura della manifestazione? Apparentemente, un fulmine a ciel sereno, perché, complice il bel tempo, a Mendrisio nei tre giorni erano arrivate 20 mila persone.
Ma al momento dell'annuncio del cambio di gestione, sono cominciate a rimbalzare le voci di malintesi, che l'Esecutivo non ha voluto specificare, spiegando che sono note alle parti interessate.
Il Corriere del Ticino ha raccolto qualche voce "dietro le quinte" della manifestazione, ed è emersa della disorganizzazione degli organizzatori.
Inizialmente era prevista una parte della manifestazione anche alla Cantine, e difatti il volantino parlava di un ulteriore costo di 5 franchi per accedere alla zona. Dove però non si sarebbero, racconta il proprietario di una cantina, potuti vendere i prodotti ma solo farli degustare. Per la vendita, l'idea era di collocare delle bancarelle, a cui è stata chiesta la disponibilità solo pochissimi giorni prima, troppo tardi per allestire il tutto. Risultato? Nella zona non vi è stato nulla, sebbene essa fosse presente nel volantino.
In diversi si sono dovuti spostare dai consueti posti con i loro stand, e hanno conosciuto la nuova posizione solo una settimana prima della Sagra.
Anche il SAM, Servizio Ambulanza del Mendrisiotto, ha qualche lamentela. «A una settimana dalla Sagra non sapevamo se avremmo dovuto allestire un dispositivo sanitario» ha detto Paolo Barro, direttore dell’ente, sempre al Corriere del Ticino. «Il comitato non si è mai messo in contatto con noi a questo proposito. A muoversi, invitandoci a prepararci per la manifestazione, è stato il Municipio di Mendrisio». Da quest'anno, poi, dati i diversi criteri di messa in sicurezza, il servizio non era più volontario, e la donazione promessa all'ente è arrivata solo in extremis e grazie al Municipio.
Piccoli episodi che, messi assieme, mostrano un quadro di disorganizzazione e approssimazione nel gestire un evento storico e sentito come la sagra. Queste motivazioni saranno fra quelle alla base del divorzio dal comitato organizzatore?