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Cronaca
05.10.2016 - 09:050
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

LAC, «Borradori, dovevi fare di più per disinnescare l'ordigno preparato dal tuo partito»

Secondo Pontiggia, la seconda votazione di lunedì non andava fatta, e il sindaco avrebbe dovuto fare in modo di far entrare nel Direttivo i tre candidati. Borradori: «la tensione non ha aiutato»

LUGANO - Il giorno dopo il nulla di fatto sul LAC rimangono tante polemiche e i residui delle frecciatine fra partiti. Ma il Municipio ha qualche responsabilità? Fabio Pontiggia, direttore del Corriere del Ticino, ne è convinto, e attacca nel suo editoriale il sindaco Marco Borradori. «Ieri e l’altro ieri, invece, la sala del Consiglio comunale della Città ha prodotto una delle più inascoltabili cacofonie che si siano potute udire da quando Lugano ha cominciato ad accarezzare l’idea del LAC. Dopo tutte le polemiche che ci sono state prima e durante gli anni della costruzione, il LAC non meritava quest’insulso spettacolo di bassa politichetta provinciale. C’è una questione di metodo e ce n’è una di sostanza», esordisce, parlando poi di un «incredibile pasticcio sulla procedura del voto». Lunedì, dopo la prima votazione a favore di Pesenti e Masoni, Borradori ha chiamato a una seconda votazione, sulle singole persone. «Non siamo giuristi, ma leggiamo nel Regolamento comunale della Città di Lugano che la nomina dei delegati del Comune negli enti di diritto pubblico o privato di cui il Comune è parte avviene con il sistema proporzionale. Ora, il sistema proporzionale prevede un unico turno di votazione; non lascia spazio ad un secondo turno che, così come è stato effettuato lunedì sera, avvicina la procedura ad uno strambo sistema maggioritario a due turni. Ad abundantiam , la Legge organica comunale stabilisce che per queste nomine vige il sistema della maggioranza semplice; il secondo voto imposto lunedì richiedeva invece di fatto la maggioranza assoluta dei votanti», osserva Pontiggia. «Non ce ne vorrà il sindaco Marco Borradori, ma a noi sembra che in questa triste vicenda sia mancato il suo ruolo di sindaco di tutti i luganesi. Proprio per la rilevanza che il LAC riveste, di fronte alle diverse proposte, allo scontro che oramai si era delineato già in estate e anche alle sorprese delle ultime settimane, era compito del sindaco (ri)preparare il terreno per arrivare in Consiglio comunale con una soluzione autenticamente condivisa da tutti i partiti, anche a costo di far slittare ancora la votazione», parte l'attacco. «Davanti a una triplice proposta dei gruppi politici (Masoni, Pesenti, Grassi), capace di raccogliere un vasto consenso, sarebbe stato opportuno presentare in Consiglio comunale una contestuale modifica dello statuto dell’Ente autonomo per agevolare la designazione diretta di queste tre personalità. Qui era necessario il lavoro dietro le quinte del sindaco, soprattutto per disinnescare in modo costruttivo (quindi includendo tutti e tre e non escludendo l’uno o l’altro), l’ordigno predisposto dal suo partito, sempre su posizioni ottusamente distruttive nei confronti del LAC (non da ultimo per fame non appagata di appalti)». Sollecitato dallo stesso quotidiano, Borradori ha difeso il lavoro del presidente del Consiglio Comunale e dei suoi collaboratori, «si sono preparati con molta serietà per questa seduta, si sono adoperati moltissimo ipotizzando i vari scenari e mettendo tutto nero su bianco. Purtroppo si è verificata una situazione nuova, complicata e difficilmente ponderabile. Qualcosa è andato certamente storto – ha ammesso il sindaco – ma la buona volontà da parte di chi ha gestito la seduta c’era. E il clima non ha certo aiutato: in sala il nervosismo si poteva tagliare a fette». Di sé, però, non dice nulla: avrebbe sul serio potuto fare qualcosa per evitare il caos e la brutta figura di questi due giorni? Pontiggia ne è convinto.
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