Cronaca
06.11.2016 - 15:190
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17
Stabio, i misteri della madre. E si indaga per capire se il cognato fosse solo
La donna avrebbe detto al direttore che la figlia era in camera, ma poi avrebbe denunciato la scomparsa solo una volta contattata dalla Polizia. Il magistrato italiano cerca un secondo DNA sui vestiti della vittimi
STABIO - Sono passate alcune settimane dal delitto di Stabio che ha sconvolto il Ticino, attirando anche l'attenzione del programma italiano "Chi l'ha visto?". Dalle ricerche proprio della trasmissione è scaturito un profilo del cognato della vittima, ora in carcere per omicidio e occultamento del cadavere, diverso da quanto si credeva.
Ma a essere sotto la luce di ingrandimento del Caffè della Domenica, che torna sul caso, non sono le passioni sadomaso o feticiste (smorzate peraltro da parte di un articolo di Ticinoline), bensì il comportamento della madre della donna uccise, che viveva con lei.
Come ben si sa, la maestra aveva una sorella, che sul domenicale definiscono legata alla vittima, che a sua volta era molto affezionata alla nipotina, figlia della sorella e del cognato ora dietro le sbarre. Sarebbe stata lei a recarsi a riconoscere il corpo.
Qual è il ruolo della madre in tutta questa vicenda? La donna avrebbe detto al direttore della scuola elementare di Stabio, recatosi a casa a cercare la maestra, di non sapere dove fosse la figlia, e che forse si trovasse chiusa in camera sua (stanza che sarà trovata, in effetti, chiusa a chiave). La denuncia di scomparsa da parte della madre parte solo dopo che il direttore, vedendo qualcosa di poco chiaro, aveva contattato il compagno della maestra e, scoperto che neppure lui la sentiva da due giorni, era andato in Polizia. Gli agenti hanno contattato la madre, che a quel punto ha fatto denuncia. Perché solo allora? Come mai non si è mai accertata se la figlia fosse davvero in camera sua (versione che, a quanto pare, è stata data anche a diverse persone che avevano chiesto della maestra, soprattutto durante la festa della nipotina)? Il domenicale ovviamente ipotizza che la donna abbia creduto all'email ricevuta in cui la vittima chiedeva di essere lasciata in pace, presumibilmente inviata dal cognato. Ma perché non far entrare in casa il direttore della scuola?
Una figura, quella della mamma, che potrebbe aiutare a veder più chiaro in una storia ancora intricata. Tanto più che il magistrato italiano (le due inchieste sono parallele) ha chiesto un esame a un esperto anatomopatologo per verificare se sui vestiti della vittima ci fosse un secondo DNA oltre a quello del cognato, per capire se il 42enne fosse solo.