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Cronaca
08.11.2016 - 22:380
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

«Deputazione ticinese, fatti sentire a favore del casellario»

Dopo il risicato sì della Commissione delle istituzioni politiche degli Stati, la Lega lancia un appello a Consiglieri Nazionali e soprattutto agli Stati ticinesi

BERNA - La Commissione delle istituzioni politiche degli Stati ha detto un primo si al casellario giudiziale da richiedere obbligatoriamente a qualsiasi cittadino che voglia dimorare o lavorare in Svizzera. Norman Gobbi ha frenato facendo notare che si tratta solo di un sì commissionale, ma il suo partito, la Lega, in serata ha diffuso un comunicato. Si tratta di un accorato appello alla deputazione ticinese a Berna, che riportiamo integralmente. «La Lega dei Ticinesi prende atto con soddisfazione del primo Sì giunto da Berna, e meglio dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati, alle iniziative cantonali ticinesi a favore dell’obbligo di presentare l’estratto del casellario giudiziale per ottenere il rilascio o il rinnovo di permessi di dimora o di frontaliere. La richiesta dell’estratto del casellario giudiziale, in vigore in Ticino dall’aprile 2015 grazie al Consigliere di Stato leghista Norman Gobbi, è appoggiata sia dal governo che dal parlamento cantonale. La misura ha permesso di impedire l’arrivo di 53 persone potenzialmente pericolose. A ciò si aggiunge l’effetto dissuasivo, che non è misurabile: non è infatti dato di sapere quanti cittadini stranieri hanno rinunciato alla richiesta di un permesso B o G a causa della fedina penale sporca. La misura ha dato quindi buona prova di sé. Pertanto non solo è doveroso mantenerla in Ticino, ma va estesa a livello nazionale. Mal si comprendono le opposizioni alla richiesta del casellario giudiziale, tanto più che a chi vive in Svizzera viene chiesto in svariate occasioni di produrre questo documento. Chi non ha nulla da nascondere non avrà ovviamente problemi a mostrare l’estratto per ottenere un permesso B o G. Ed è un preciso obbligo dell’autorità cantonale conoscere i precedenti penali delle persone cui accorda il permesso di stabilirsi in Svizzera o di entrarci quotidianamente per lavorare (ricordiamo che per i frontalieri non è più previsto l’obbligo del rientro quotidiano a domicilio, ma solo settimanale). Pretendere che vengano concessi permessi B e G “alla cieca”, senza conoscere i precedenti penali dei richiedenti e mettendo di conseguenza a rischio la sicurezza interna, è del tutto irrazionale e si spiega solo con una scandalosa sudditanza nei confronti nell’UE. Una sudditanza che la Lega condanna con forza. Il primo Sì da parte federale alla richiesta ticinese (l’atto parlamentare originale venne presentato nel 2008 dall’allora gran consigliere leghista Lorenzo Quadri) costituisce quindi una benvenuta apertura: segno che il vento sta cambiando, anche sotto le cupole federali. Spiace, naturalmente, che l’approvazione da parte della CIP-S sia avvenuta con un solo voto di scarto. Il responso positivo lascia però sperare che ci siano margini per ottenere dal plenum della Camera Alta la conferma della decisione della sua Commissione. La Lega dei Ticinesi si appella pertanto alla Deputazione ticinese a Berna, ed in particolare ovviamente ai due Consiglieri agli Stati, affinché – forti anche dell’ultimo bilancio positivo della misura e del sostegno di governo, parlamento e popolazione ticinese - facciano opera di convinzione presso i colleghi deputati di altri Cantoni a favore di un provvedimento fortemente voluto dal nostro Cantone, che è però nell’interesse della sicurezza di tutto il Paese. Nel maggio 2015, il Consiglio nazionale aveva respinto una mozione del deputato leghista Lorenzo Quadri con gli stessi contenuti della risoluzione cantonale. Ma evidentemente un’approvazione da parte della Camera Alta della richiesta del Ticino rilancerebbe con autorevolezza il tema anche presso la Camera del popolo».
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