Cronaca
17.05.2017 - 09:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40
L'orrore senza fine del gioco della "blue whale". Genitori, attenzione, è una follia che porta al suicidio
Si tratta di una serie di 50 prove, l'ultima delle quali è uccidersi gettandosi da un palazzo. L'ideatore: "sono scarti della società, li seleziono e un giorno mi ringrazierete"
SAN PIETROBURGO – Un gioco, ma in realtà uno strumento di morte. Abbiamo pensato a lungo se fosse il caso di raccontare, man mano che emergevano in questi giorni i particolari legati alla pratica del “blue whale”, la balena blu, per poi decidere che questo deve essere un articolo per tutti, per i ragazzi che non devono cadere in questa trappola e per i genitori che devono conoscere cosa sta succedendo, per impedire l’irreparabile. In Svizzera ci sarebbe un caso nel canton Vaud, mentre una ragazzina presenterebbe le ferite tipiche in Vallese, in Italia forse un caso a Livorno. Una segnalazione, terrificante, ci è giunta e parla di una giovanissima ragazza ticinese che tramite i social si sarebbe “annunciata” per cominciare a giocare. Va fermata, subito, prima che sia troppo tardi.
Il gioco della balena blu, che di gioco ha veramente ben poco, è stato inventato da uno studente in psicologia russo, tale Philipp Budeikin, 22 anni. È stato arrestato ed è ora in carcere a San Pietroburgo. Avrebbe sulla coscienza almeno 157 suicidi di adolescenti in Russia.
Chi vuole partecipare al terrificante gioco, che assume i contorni di un rituale, deve superare 50 prove folli, guidato da un curatore. E, ovviamente, farlo in segreto, senza dir nulla a parenti e amici. Una pratica da poco conosciuta, e il dramma racconta di alcuni genitori che si erano accorti di stranezze compiute dai loro figli, ma che non erano riusciti a capire che cosa stesse succedendo.
Per prima cosa, i disegni delle balene, che potrebbero non voler dire nulla, e che in realtà sono il segno che il giovane ha cominciato. Le prove a cui si devono sottoporre sono assurde, al limite del film dell’orrore, da ferite da autoinfliggersi, come la scritta F57 sul braccio o una balena sulla mano, il tutto documentato con foto verso il curatore. E poi tagli sul labbro, sveglie alla mattina presto, all’alba, per vedere film horror. Sino a salire di livello, fino alla prova numero 50, che chiede di suicidarsi gettandosi dall’edificio più alto che si trova.
Ci si chiede come dei ragazzi arrivino a essere soggiogati talmente da eseguire come automi questi ordini. Lo studente che lo ha inventato utilizza probabilmente le sue conoscenze psicologiche (non a caso è uno studente di psicologia) per plagiare gli elementi che individua come più fragili e influenzabili. Dà loro affetto e li fa sentire importanti, nel suo modo perverso, tanto che ragazzine gli scrivono lettere d’amore, ora che è in carcere. Direttamente, avrebbe indotto 15 ragazzi al suicidio, ma in giro ci sono suoi emuli che vanno fermati.
Lui, Budeikin, non è pentito, anzi appare fiero del suo gesto. Allucinanti le giustificazioni che ha usato in carcere. “"Ho purificato la società, un giorno mi ringrazierete. Alcuni di loro sono scarti biologici, e io li selezionavo: avrebbero prodotto solo danni a sé stessi e al mondo”.
I segnali che un ragazzo o una ragazza si sia fatto soggiogare sono, appunto, le ferite e i disegni a forma di balena, oltre al rinchiudersi in sé stessi. Genitori, vigiliate affinché i vostri figli non cadano in una rete che porta quasi inevitabilmente alla morte. E se vi si trovano invischiati, cercate di capire perché, cosa li ha resi così fragili, e intervenite in tempo.