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Cronaca
11.09.2017 - 20:570
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Un arcivescovo ungherese, "alcuni leader europei sono ciechi. In nome della tolleranza, accettiamo una cultura come l'Islam che non accetta la nostra"

Gyula Marfi si è distinto recentemente per dichiarazioni durissime in merito all'immigrazione: "nel nome del multiculturalismo accresciamo la monocultura, siamo nell'epoca della decadenza. Accettiamo anche la cultura gender: chi appoggia queste contraddizioni ha perso la ragione"

VESZPREM - Se Papa Francesco parla sempre di accoglienza, e ripete che accogliere i migranti è un dono di Dio, nella Chiesa non tutti la pesano come lui. Ultimamente, è salito agli onori della cronaca l'arcivescovo ungherese che da oltre vent'anni è alla guida della Diocesi di Veszprem, Gyula Marfi. Famoso per il servizio reso alla Chiesa, oltre che ai giovani e agli ammalati, sull'immigrazione ha idee molto chiare e usa parole dure.

"Io vedo il pericolo maggiore nel fatto che una parte dei leader europei – e purtroppo anche una parte del popolo – ha rinunciato ai Dieci Comandamenti, ignora i fondamenti della moralità e come punizione ha perso il senso comune, è diventata cieca. Nelle sacre scritture varie volte capita che Dio punisca le persone con il bigottismo. Per esempio nella lettera alla chiesa di Efeso possiamo leggere: “accecati nella loro mente” (Ef 4,18). Alcuni leader dell’Unione europea sono caratterizzati da questa cecità. Siamo nell’epoca di Caligola, Claudio e Nerone, nell’epoca della decadenza dell’Impero Romano", inizia, con toni catastrofistici.

Poi spiega: "nel nome della tolleranza cadiamo nell’intolleranza, nel nome della libertà di religione accogliamo un sistema politico totalitario, nel nome del multiculturalismo ci lasciamo invadere dall’orda musulmana che rifiuta la nostra cultura cristiana. Nel nome del multiculturalismo cresciamo la monocultura"

Non ne ha solo per gli immigrati, però: "nel nome del pluralismo annunciamo l’ideologia gender, che cancella la differenza tra i sessi. Queste sono tutte contraddizioni che dimostrano che chi le appoggia, ha perso la ragione, è in contrasto con sé stesso. Domenica scorsa durante la messa ho citato Dániel Berzsenyi: “Il sostegno, la colonna portante di ogni Paese / è la morale pulita che se si guasta: / Roma crolla e diventa schiavitù”. Queste frasi oggi vanno riferite principalmente all’Europa e sussiste il pericolo che “l’Europa crolli e diventi schiavitù”.

Ma, precisa, non bisogna essere solo pessimisti e "con l'aiuto di Dio dobbiamo sperare in noi stessi". Gli ungheresi, a suo dire, hanno un potentissimo angelo custode, e il ritorno della gente nei santuari è benaugurante. Però l'immigrazione...
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