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Cronaca
27.07.2019 - 10:120

La sentenza, l'UBS, i conti francesi e il giudice UDC. Michele Moor: "È il mondo alla rovescia"

È polemica dopo la decisione dell'Alta Corte di obbligare la banca a consegnare 40'000 clienti alle autorità francesi. Anche la Lega sugli scudi

LOSANNA/LUGANO - Ieri il Tribunale Federale ha emanato una sentenza che ha scatenato un putiferio politico. L’Alta Corte ha infatti deciso che UBS dovrà consegnare i dati personali di oltre 40mila suoi clienti alla Francia. Clienti che, secondo le autorità francesi, avrebbero evaso il fisco per diversi miliardi di franchi.

La genesi della vicenda

Ma la notizia nuda e cruda, già di per sé rilevante, non rivela tutte le implicazioni del caso. Per capire bene cosa è successo bisogna fare una breve cronistoria del caso. Tutto nasce dal sequestro da parte delle autorità tedesche, siamo nel 2012-2013, di tre liste con conti cifrati avvenute durante le perquisizioni svolte nelle succursali di Ubs nel Nordreno-Vestfalia. I 40’000 conti francesi sono in quegli elenchi che la Germania consegnerà alla Francia.

Nel 2016 Parigi presenta domanda di assistenza all’Amministrazione federale delle Contribuzioni (Afc). Berna dice sì ma UBS si oppone e vince il ricorso davanti al Tribunale amministrativo federale (Taf). La storia poteva chiudersi qui, ma è l’Amministrazione federale delle Contribuzioni, cioè la Confederazione, ad impugnare la sentenza. Il risultato di tale azione è il pronunciamento del Tribunale Federale di ieri. 

Il giudice che imbarazza l'UDC

Secondo elemento importante. Il collegio giudicante dell’Alta Corte ha preso la decisione di misura, 3-2. UBS credeva di avere buone possibilità davanti ai cinque giudici, poiché due erano espressione dell’UDC, uno era PPD (il giudice relatore) e gli altri due erano un ecologista e un Verde liberale. Sulla carta, insomma, c’erano i numeri per una maggioranza.

Ma se il magistrato pipidino Thomas Stadelmann (Ppd), si è infatti opposto alla consegna dei dati, sospettando che Parigi voglia condurre una ‘fishing expedition’, la sorpresa è arrivata dal duo di area democentrista.  Il giudice vallesano dell’Udc Yves Donzallaz, si è infatti schierato a favore dei francesi affermando che bisogna fidarsi di Parigi. Così è stato semplice trovare una maggioranza con gli altri due colleghi di centrosinista. Unanimità, invece, sul fatto che

i dati dei clienti francesi non potranno essere utilizzati nell’ambito del procedimento penale in corso in Francia contro Ubs per reclutamento illecito di clienti e riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale. 

Michele Moor: "Il mondo alla rovescia"

Fin qui la storia. Veniamo alle reazioni. Durissima quella del candidato al Nazionale per il PPD Michele Moor, che ha puntato il dito proprio contro il giudice UDC.

“Il mondo - ha scritto su Facebook Moor - sta andando al contrario: non per la notizia che UBS dovrà consegnare i dati di 40 mila clienti alla Francia, ma perché l’ennesimo favore a un Paese straniero, con una sentenza votata da tre giudici federali su cinque, è stato fatto da un magistrato UDC, il vallesano Yves Donzallaz! UBS dava per scontata la posizione del giudice verde e di quello verde liberale. E così è stato. Non era sicura di quella del magistrato PPD, Thomas Stadelman, che invece si è opposto fermamente alle richieste di Parigi. Ma che a sposare le tesi della Francia sia stato un giudice UDC ha lasciato basiti tutti. Il fatto che l’altro magistrato UDC si sia opposto non è dunque bastato”.

“L’attacco sistematico alle banche elvetiche - ha concluso il banchiere, esponente del PPD -  è cominciato molti anni fa, ma spiace costatare che proprio chi si pensava avesse maggiormente a cuore la piazza finanziaria e bancaria svizzera si sia bevuto la tesi di Parigi. Ovvero, che non ci sia stata la volontà di una “fishing expedition" (una ricerca generalizzata su un gruppo esteso di persone nella speranza di beccare qualcuno con le mani nella marmellata) e di non voler utilizzare i dati ottenuti nel procedimento penale, tuttora in atto in Francia, per acquisizione illecita di clienti e riciclaggio di proventi di frode fiscale. Polemizzare oltre sarebbe fuori luogo, anche se leggere che, secondo Donzallaz, “bisogna fidarsi della Francia” è una dichiarazione che fa tremare i polsi”.

La Lega: "Ancora una volta i giudici danneggiano il Paese"

Anche la Lega dei Ticinesi ha preso posizione sulla vicenda con una nota stampa: “ Il Tribunale federale si è prodotto in una nuova, inaudita sentenza contro la piazza finanziaria svizzera. Quella del TF è chiaramente una decisione presa in base ad apprezzamenti di tipo politico e non giuridico. Lo conferma il fatto che la Corte di Losanna si è determinata a stretta maggioranza, per 3 a 2, ribaltando una sentenza in senso contrario emessa all’unanimità dal Tribunale amministrativo federale. Dimostrazione che decidere contro la consegna dei dati alla Francia era possibile e giuridicamente sostenibile!”


“Ancora una volta - termina il comunicato leghista - a danneggiare il Paese sono dei magistrati che, invece di applicare le leggi, compiono scelte politiche non di loro competenza (alla faccia della tanto conclamata separazione dei poteri). E le compiono, fatto gravissimo e scandaloso, contro gli interessi della Svizzera, mettendosi al servizio di Stati esteri e/o di organismi internazionali che non perdono occasione per attaccare il nostro Paese e le sue risorse: come appunto la piazza finanziaria. Ringraziamo i giudici-politicanti del Tribunale federale per essersi ancora schierati contro la piazza finanziaria svizzera e contro le persone che ci lavorano, correndo ad accodarsi alle pretese di Paesi esteri desiderosi di danneggiare la nostra economia per il proprio tornaconto. 

Scandaloso in questo contesto il ruolo svolto dai soliti burocrati euroturbo dell’Amministrazione federale delle finanze, che a quanto risulta avrebbero appoggiato attivamente la pretesa francese.  E tutto questo nell’imminenza del 1° Agosto. Povera Svizzera, con simili burocrati e con simili istituzioni!”.

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