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Cronaca
07.01.2020 - 12:000

"Ho incendiato la pensione spinta dalla brutalità dell'omicidio. Ma non è stato per vendetta"

Anche l'eco mediatica del delitto ha mosso qualcosa nella 28enne che ha appiccato il fuoco alla Pensione La Santa: soffre di gravi disturbi psichiatrici e,seppur in carcerazione preventiva, è ricoverata alll'OSC

VIGANELLO – Non c’è stata decisamente pace per la pensione La Santa a Viganello nelle ultime settimane, tanto che la struttura, che doveva chiudere a metà mese, lo ha fatto in anticipo.

Dopo l’ormai noto omicidio avvenuto fra le sue mura, ci sono state le polemiche sulle condizioni abitative di chi ci viveva senza gli aiuti di  cui avrebbe necessitato (è di oggi il drammatico racconto della madre di un ragazzo con problemi psichiatrici e di dipendenza, sistemato alla pensione, che parla al Corriere del Ticino: “(mio figlio, ndr) rimaneva sempre chiuso in camera, la finestra della stanza era rotta, la porta doveva essere chiusa con un lucchetto, dormiva su un materasso lercio.  C’erano persino gli scarafaggi”). E poi è arrivato l’incendio.

In carcere con l’accusa di tentato omicidio, incendio intenzionale, danneggiamento ed esposizione a pericolo della vita altrui, è finita una 28enne.

La donna si trova in detenzione preventiva presso la Clinica Psichiatrica di Mendrisio.

Il folle gesto, ovvero introdursi in uno dei bagni della pensione e dar fuoco con un accendino agli asciugamani, da lì il rogo si è propagato, facendo evacuare sette persone in modo temporaneo.

La 28enne conosceva l’uomo ucciso e in un primo momento si era pensato che avesse agito per vendetta. Invece, stando alla RSI, avrebbe detto di averlo fatto spinta dalla brutalità della sua morte e dall’eco mediatica che ne è seguita. Un movente collegabile e comprensibile con i gravi disturbi psichiatrici di cui soffre, motivo per cui si è scelto di farla ricoverare, pur in regime di carcerazione preventiva, all’OSC.

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