LUINO – I Comuni di frontiera si ribellano. Il numeri di frontalieri che ogni giorno si recano in Ticino a lavorare e poi risultano positivi al Covid19 sta aumentando.
“Nei giorni successivi al mio intervento sulla situazione dei frontalieri e sul buco nella legislazione in merito, sono aumentati i casi di contagio da Coronavirus nelle nostre zone. Le preoccupazioni dei giorni scorsi sono ora realtà. Guarda caso sono aumentati i casi Covid-19 proprio nei Comuni della fascia di confine. Nelle province di Verbano Cusio Ossola hanno già lanciato l’allarme”, ha detto l’avvocato varesino Furio Artoni, sostenendo “un incremento dei casi di Coronavirus tra i frontalieri italiani impegnati in Ticino. Si tratta di un incremento che ovviamente di rimbalzo riguarda entrambi i territori della Regione Insubrica causando una ripresa dei casi di contagio. Non mi pare che sino ad ora che le autorità cantonali ticinesi competenti sul punto abbiano preso una posizione. Resta il fatto che i frontalieri contagiati sicuramente ci sono ed il contagio è probabile sia avvenuto proprio sul posto di lavoro in Svizzera”.
Nessuno, né in Italia né in Svizzera, ha mai dato disposizioni precise sui frontalieri, che secondo il legale, in caso di ricovero in Ticin rischiano di dover anticipare i costi, non avendo una cassa malati. “Quanti sono i nostri lavoratori frontalieri contagiati e quanti sono ricoverati oltre confine? Questa è una domanda che le autorità italiane dovrebbero rivolgere alle autorità svizzere. La comunicazione e la collaborazione tra Stati è quantomai indispensabile in questi momenti”, aggiunge.