TICINO/ITALIA – Tutti senza mascherina e tutti in pista a ballare ammassati. È la paradossale situazione che si vive in note località balneari italiane, dove assembramenti incontrollati e feste fino all’alba sono all’ordine del giorno. Feste a cui partecipano in massa – e senza protezioni – anche parecchi giovani ticinesi e svizzeri. Da Milano Marittima al sud Italia. Rinunciare alla movida sembra non essere una prerogativa dei nostri giovani.
Foto, stories sui social e video testimoniano come i rischi per la trasmissione del coronavirus non sono abbastanza presi in considerazione nelle discoteche all’aperto italiane, dove la distanza sociale è tutto tranne che realtà.
Non a caso, il 10% dei nuovi casi registrati in Svizzera – ha fatto sapere l’UFSP in conferenza stampa – è d’importazione. E non a caso l’età media delle persone infette si sta abbassando notevolmente. In Ticino, qualche settimana fa, un’intera squadra di calcio regionale è stata messa in quarantena dopo la positività di un tesserato rientrato dall’Italia. E chissà quanti altri casi positivi sono stati 'importanti' dalle feste in spiaggia.
Simbolo della movida romagnola, il Papeete Beach di Milano Marittima cambia volto. Per decisione “autonoma”, la celebre discoteca all’aperto ha deciso di fermarsi al tramonto e di non organizzare più eventi serali.
"La qualità e la sicurezza - spiegano i gestori in una nota- sono sempre state al centro delle nostre iniziative, ma quest'anno, anche per questo motivo, Papeete Beach sceglie di fermarsi al tramonto tutti i giorni. La sicurezza dei propri clienti e dei collaboratori viene prima di tutto".
Come ogni estate, sono tanti i ticinesi che hanno deciso di recarsi a Gallipoli, dove le serate all'aperto sono attualmente consentite e non vige l'obbligo di maschrina. Basta scorrere le stories su Instagram per accorgersene. Ed è proprio un noto locale del posto a essere finito nel mirino del Codacons, dopo la segnalazione di Selvaggia Lucarelli. “Sono state violate le più basilari regole anti-coronavirus. Migliaia di giovani ballavano all’interno del locale attaccati l’uno con l’altro, tutti rigorosamente senza mascherina e in totale sfregio delle regole sulla distanza minima”, attacca il Codacons in una nota.
Pierpaolo Paradiso, amministratore unico del locale, respinge le accuse: “Noi rispettiamo la normativa regionale e nazionale.Su quattromila metri quadri destinati al ballo ne occupiamo duemila in modo da distribuire gli spazi in base alle presenze. E anche per il calo che si registra in questo periodo”.