BERNA – Gli over65 categoria a rischio? Per Pro Senectute non dovrebbero esserlo. Lo ha detto in un’intervista alla SonntagsBlick Eveline Widmer-Schlumpf, presidente di Pro Senectute Svizzera e già consigliera federale.
L’organizzazione desidera chiedere al Consiglio Federale di parlare solamente di “persone vulnerabili”, senza includere tutti gli over65 in essa, perché le restrizioni rischiano di essere molto pesanti e addirittura discriminatorie.
Si nota un deciso cambio di rotta, perché nei mesi caratterizzati dai maggiori picchi la stessa Widmer-Schlumpf aveva raccomandato agli over65 prudenza. A suo avviso, il virus si è evoluto, e in particolare includere in una categoria a rishcio anche i “giovani anziani” non è più attuale.
Il Corriere del Ticino ha interpellato la portavoce di Pro Senectute Ticino, Laura Tarchini, che mette l’accento sul senso di colpa da parte degli over65. ”Non ci sarà più questa forma di discriminazione legata all’età si sentirà sollevato e non avrà più il peso di essere la causa di queste disposizioni di sicurezza. Abbiamo percepito che, a causa della protezione che si voleva dare loro, si sentivano causa di tutte le chiusure. Se venissero definiti altri gruppi a rischio, non più basati sull’età, chiaramente l’anziano non si sentirebbe più come se avesse il dito puntato contro”. Anziani che per altro si sentivano come messi sotto tutela.
Si deve anche tener conto del fatto che in fasce di età più avanzate, senza sollecitazioni quali i centri diurni o le attività sociali, si rischiano peggioramenti a livelli cognitivi. “L’anziano deve ritrovare una certa normalità, soprattutto per quel che riguarda le attività del quotidiano. Durante la chiusura dei centri diurni abbiamo notato un netto peggioramento per quanto riguarda lo stato di salute mentale di certi utenti”, ha aggiunto Tarchini, precisando che un’altra chiusura è decisamente da evitare