CRONACA
"Ci venga detto perché siamo l'unico capro espiatorio"
La presa di posizione di GastroTicino: "Pugni invece di certezze. Inevitabile ondata di licenziamenti"
TIPRESS

TICINO – "Ancora una volta la politica non ha avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità". Massimo Suter, presidente di GastroTicino, è amareggiato e deluso. Inizia così il comunicato stampa a firma di GastroTicino a poche ore di distanza dalla conferenza stampa tenutasi a Berna oggi.

"Le comunicazioni di oggi del Consiglio federale sull’avvio della consultazione tra i Cantoni della proposta di prolungare la chiusura della ristorazione sino a fine febbraio, suona come il pugno del KO. Invece di dare certezze sia morali che economiche, assistiamo al continuo tergiversare sulla fissazione di un limite chiaro e definitivo della chiusura del settore; le autorità federali preferiscono provvedimenti che vengono presi ogni due settimane, destabilizzando così il mondo imprenditoriale che non ha la possibilità di pianificare il proprio futuro".

E ancora: "Si dica con chiarezza perché la ristorazione deve essere l’unico capro espiatorio; con bar e ristoranti chiusi non si è assistito alla diminuzione dei contagi e quindi perché continuare con la chiusura? Per cui o si permetta al nostro settore e a quelli ugualmente messi in isolamento di lavorare, oppure si abbia il coraggio di chiudere tutti, senza fare discriminazioni tra figli e figliastri. Si dica con chiarezza - prosegue Suter - quanto si vuole far durare il lock-down di ristoranti e bar e si metta mano finalmente al portafoglio. Perché ora la paura di veder cancellati in poche settimane i sacrifici di una vita, si sta trasformando in tragedia con molte aziende del settore che non riapriranno o avranno pesantissime conseguenze. Conseguenze che si rifletteranno anche sull’occupazione con un’ondata inevitabile di licenziamenti".

"La seconda forte esigenza che ha il settore è quello di ricevere aiuti immediati, concreti e a fondo perso. È ora di sfatare il mito che ogni ristoratore ha un “tesoretto” che lo aiuta a passare i momenti bui che sta vivendo. La stragrande maggioranza delle aziende oggi non ha più la liquidità e le risorse per pagare i costi fissi come affitti, luce, gas, imposte, tasse e quant’altro. Servono aiuti urgenti e di semplice implementazione, anche per chi ha aperto negli scorsi mesi una nuova attività e non rientra tra i casi di rigore. GastroTicino ha moltiplicato gli sforzi per sostenere i propri associati e non getterà certo la spugna. Ma nulla può fare contro l’ostinazione di una classe politica, sorda a ogni grido di allarme, quasi ci fosse un disegno per scardinare uno dei settori più importanti per l’intera economia. Confidiamo ora - conclude il presidente di GastroTicino - che nell’ambito della consultazione tra i Cantoni, il Consiglio di Stato prenda posizione a tutela sì della salute
pubblica, ma si batta anche per assicurare un futuro alle migliaia di famiglie del nostro settore: certezza dei provvedimenti e aiuti immediati per tutti".

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