BELLINZONA - Non solamente imprenditori, piccoli professionisti e lavoratori soffrono questa situazione, ma anche i privati cittadini. E qualche volta anche loro, come le associazioni di categoria (vedi GastroTicino) si rivolgono ai Consiglieri di Stato per chiedere di cambiare le decisioni di Berna. Questa breve missiva ci arriva da un lettore, F.C. (nome noto alla redazione), che si è rivolto anche a Vitta, Gobbi, Bertoli, Zali e De Rosa
Ecco le sue parole:
"Sembrava, anche in base a notizie provenienti dall’estero, che il 28 febbraio fosse un po’ troppo vicino, per attendersi, entro quella data, la fine del feroce confinamento imposto dalla Confederazione.
Quello che è invece totalmente scandaloso è il fatto che Berna - con una concezione del tempo veramente “bernese” - si dia ben un mese di tempo (31 giorni!) prima di EVENTUALMENTE degnarsi di riesaminare la questione! Di questo passo rinviando la decisione di volta in volta di un mese, si arriverà davvero a quei mesi di luglio o di agosto, che pare fosse nei desiderata del signor Berset!
Siccome in Germania, grazie a un’intesa tra il governo federale e quelli dei Lânder, è stato deciso il limite del 7 marzo per la completa “riapertura”, e siccome la Svizzera prende, non di rado, l’esempio tedesco, è sperabile che i governi cantonali pretendano, che entro il 7 marzo il Consiglio federale riprenda in esame la questione".