LUGANO – Marco Borradori era tranquillo nel suo ufficio la sera che ha cambiato equilibri e storia di Lugano. Parliamo di sabato 29 maggio, la sera della demolizione dell’ex Macello. È il Caffè a ricostruire più dettagliatamente come il sindaco di Lugano è venuto a conoscenza di quanto stava accadendo in città.
Borradori – scrive il settimanale – si trovava nel suo ufficio, quella sera. L’orologio segnava le 19:15. Minuto più, minuto meno. Lo smartphone del sindaco squilla. “Pronto Marco, sono Riccardo Caruso”. Dall’altra parte della cornetta c’è il vicepresidente della Fondazione Vanoni, proprietaria dello stabile in Via Simen occupato dagli autogestiti quella sera. Fu Caruso a dare per primo la notizia a Borradori, circa 45 minuti dopo l’occupazione.
“Per andare a sporgere denuncia, la Polizia mi dice di andare a Noranco”, dice Caruso a Borradori. Entrambi mal comprendono i motivi del recarsi fino a Noranco. È solo dopo aver ricevuto la denuncia della Fondazione per occupazione abusiva di una proprietà privata che la polizia chiede l’autorizzazione allo sgombero dell’ex Macello.